Volontariato

Wto, Lamy: “Il protezionismo è figlio della crisi economica”

Il direttore generale dell'organizzazione mondiale del commercio intervistato oggi dal Corriere

di Redazione

La globalizzazione come la rivoluzione industriale, quanto a pressione sociale, contraddizioni e tensioni opposte.?Stesso mix tra creatività, progresso, innovazione e bisogno di protezione, cura della sofferenza e dell’infelicità?. Sono parole del direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto, Word Trade Organization) Pascal Lamy, intervistato oggi dal Corriere della Sera.
Secondo il direttore della Wto ?è la crisi economica, sia sul fronte finanziario che sulle materie prime, a mettere in circolazione l’idea che non sarebbe poi così male rinnovare quella polizza d’assicurazione anti protezionista già sottoscritta da tutti i governi con l’adesione alla Wto?.
?In particolare ? prosegue Lamy ? quelli all’attivo sono progetti di compromesso su tre argomenti fondamentali: diritti doganali nell’industria e in agricoltura e sovvenzioni agricole?. Tre pilasti sui quali tutti i 152 governi coinvolti concordano sull’urgenza di trovare un compromesso entro giugno.
Ora tocca ai negoziati. Dall’Italia la richiesta di maggiori garanzie di tutela sui prodotti doc e la riduzione dei dazi sull’ortofrutta. A livello internazionale, Tremonti avanza la proposta di rallentare i mercati, per dare più tempo alle società industriali di adattarsi all’impatto. Risposta contraria dal presidente della Wto secondo il quale occorrono soluzioni strutturali e stabili. ?Siamo in un mondo in cui c’è un continuo fra politiche internazionali e nazionali. È cosi nel commercio e sospetto sia cosi nell’immigrazione, nella sicurezza, nella cultura. Bisogna costruire un filo rosso visibile fra dimensione interna e dimensione globale.?
Secondo Lamy, la direzione da percorrere a livello internazionale è quella di un’apertura sempre maggiore degli scambi; timori e le tensioni emergenti da diversi paesi devono e possono essere colmate, a livello nazionale come internazionale, da azioni politiche a lungo termine, capaci di puntare sui sistemi educativi, formativi e di trasmissione dell’innovazione.

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