Formazione

emergenze. Storia di un volontario di nuovo tipo il corriere birmano

aRoberto Occigano è dipendente di Tnt, multinazionale del trasporto. Che ha messo a disposizione del World Food Programme il suo know how in logistica

di Redazione

Non ho mai fatto esperienza di volontariato perché non mi sentivo preparato. Ma quando ho avuto la possibilità di mettere a disposizione degli altri le mie competenze specifiche, ho colto subito l?opportunità». Sicché Roberto Occigano, 36 anni, si accinge a partire per la Birmania (quanDo i militari rilasceranno tutti i permessi), lasciando a Torino la famiglia (la compagna e la figlia, di 3 anni e mezzo): «Sono abituate, viaggio per lavoro». Infatti Occigano è impiegato presso la Tnt, multinazionale del trasporto, che dal 2002, assieme ad altri giganti della logistica come Ups, ha stretto un accordo con il World Food Programme per partecipare ad azioni di intervento in situazioni di emergenza. «All?inizio di quest?anno ho dato la mia disponibilità a partecipare all?Emergency Reponse Team di Tnt», prosegue Occigano. «Subito dopo ho partecipato a un corso di formazione.

Questa sarà la mia prima missione. Saremo divisi in unità differenti. Io e altri undici colleghi di altre nazioni europee apparteniamo all?aviation: ci occuperemo di gestione e pianificazione dei voli».

Se per Occigano è la prima volta, l?esperienza di Tnt all?interno di Moving the World , il programma sviluppato con il Wfp, è già piuttosto lunga. E risale a una chiacchierata in aereo fra l?amministratore delegato di Tnt, Peter Bakker, e il responsabile di Wfp: durante il volo si sono accorti della possibile complementarietà delle rispettive competenze e hanno deciso di lanciare questo progetto. In questi anni, Tnt ha partecipato a missioni nelle zone colpite dallo tsunami del 2005, in Bangladesh, a Karthoum in Sudan e tante altre. Fino all?attuale crisi in Birmania e in Cina (dove acqua, cibo e tende sono arrivate nelle zone colpite dal terremoto anche grazie a Tnt). Nel complesso, oltre 30 emergenze. Parallelamente sono stati finanziati 58 milioni di pasti, donati 8,8 milioni di euro, aiutati – con progetti di sostegno scolastico – oltre un milione di bambini e ragazzi in diversi Paesi in via di sviluppo. Giacché il sostegno logistico alla gestione delle emergenze si accompagna anche a iniziative di raccolta fondi a favore delle popolazioni civili. Denaro in parte donato dai lavoratori (attraverso specifiche iniziative; in Italia ogni anno sono raccolti in tal modo circa 100mila euro), in parte messo a disposizione dall?azienda, che oltretutto sostiene (continuando a pagar loro lo stipendio) quei dipendenti che si impegnano nelle iniziative condotte sul campo.

«I racconti dei miei colleghi che sono stati ad esempio nelle School Feeding, sono entusiastici. Stanno in Africa per due, tre mesi; insegnano l?inglese e hanno un contatto diretto con la popolazione. Magari sono bambini che per arrivare in aula devono farsi 7 chilometri a piedi e ciò nonostante sono felici e sorridenti… Di fronte a esperienze di questo tipo, capisco che i colleghi siano pieni di carica. Uno di loro, tornato dal Gambia, ha creato nella sua città, Genova, un progetto che coinvolge le scuole locali. E per questo martedì 27 riceve a Bergamo il premio Takunda».

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