Formazione

Scuola, alle superiori abbandona il 20% degli studenti

Lo dice l'ultimo Rapporto sulla dispersione scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione

di Redazione

L’ultimo Rapporto sulla dispersione scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione traccia un quadro a tinte fosche della situazione dell’istruzione secondaria di I e II grado in Italia.
Lo riporta Italia Oggi, ed i dati sono sconcertanti. Più di 47 mila gli abbandoni scolastici da nord a sud del Bel Paese. Nell’anno 2006/07, 46.055 i ripetenti alle medie, a quota 172.035 le superiori.
In media il 10% degli studenti è in ritardo di due o più anni, oltre il 20% la percentuale di abbandoni. Gli obiettivi di Lisbona appaiono lontani: gli accordi europei indicano il contenimento al 10% del tasso di abbandono scolastico al massimo entro il 2010.
Record di fughe si verifica in terza media per quanto riguarda la scuola secondaria di I grado, il primo ed il terzo gli anni i più critici per le scuole superiori. Per tipologia di indirizzo di studi, gli istituti professionali sono quelli più colpiti, geograficamente è il sud risentirne maggiormente: il numero di bocciati e di abbandoni è più alto che nel resto del Paese.
Il problema? Tutti concordi: la didattica. Sola teoria e niente pratica, troppe lezioni frontali, appiattimento dell’iniziativa personale. Un mix di ingredienti che porta ad un diffuso livellamento verso il basso sia della qualità dell’insegnamento che di quella dell’apprendimento, con conseguente caduta libera dell’interesse.
Incisivo il commento dell’ex-ministro dell’istruzione Luigi Berlinguer ?in Italia solo la scuola elementare è una scuola davvero per tutti perché non distingue teoria e pratica, ma ne fa una sintesi, sollecitando e sviluppando la creatività?. Invece alle medie ed alle superiori ?prevale la lezione frontale che nei paesi evoluti è ormai residuale?. Stimolare e sollecitare i ragazzi a mettersi in gioco, senza perdere il giusto rigore e senso di responsabilità, questa la direzione per una scuola al passo con i tempi. Per un’istruzione migliore e più completa.


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