Cultura

Sepe: Napoli non morir

È la certezza del cardinal Sepe, intervistato da Vita magazine. Che, in occasione del Consiglio dei ministri che si terrà a Napoli il giorno 21, dedicherà la prossima copertina alla città

di Redazione

di Donatella Trotta

Raccontare Napoli. Oltre le ombre di una città crocifissa dalle continue emergenze. Si intitola non a caso ?Non rubate la speranza? (Mondadori, pp.100, euro 12) il nuovo libro del cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, che è stato presentato il 13 maggio nella Basilica di Santa Chiara con un parterre di relatori che comprendeva, tra gli altri, il fondatore della Comunità di Sant?Egidio Andrea Riccardi, il filosofo Aldo Masullo e il presidente della Cei, Angelo Bagnasco.

Eminenza, nel suo libro lei scrive: «Napoli non morirà». Da dove trae questa certezza?
Crescenzio Sepe: Dalla constatazione che pur in un pessimismo di fondo vissuto dalla città, esiste una forte volontà di riscatto. La storia ha dimostrato che Napoli ha saputo sempre risorgere, ciclicamente, tra quelli che Giambattista Vico chiamava corsi e ricorsi. Se ora riesce a trovare, o le si offre, un punto su cui appoggiarsi, come la leva di Archimede, potrà recuperare il suo tradizionale ottimismo, condito da quelle potenzialità culturali e religiose che qui sono molto sentite, anche se un po? assopite. Per questo, nonostante il buio del presente, le sue luci torneranno a splendere.

In questo ?risorgimento? quale ruolo giocherà la Chiesa napoletana?
Sepe: La Chiesa non vuole né deve essere un riferimento di ordine sociale, politico e nemmeno culturale; vuole essere l?anima, la forza morale, che come un vento spinge a gonfiare le vele della città e prendere il largo. Questa è la sua identità profonda, questo d?altro canto è anche il messaggio di Cristo: evitare qualsiasi pessimismo, rifuggere dalla disperazione, dare fiducia. Come diceva Giovanni Paolo II, organizzare la speranza.

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