Sostenibilità

Il pianeta cerca nuovi alleati

Chi ci sarà a terra futura?Nel 2007 arrivarono a Firenze in 83mila. Quest’anno l’attesa è grande. Ecco perché

di Chiara Sirna

Ci sono le fattorie sociali insieme ai progetti di microcredito e cooperazione internazionale, i veicoli ecologici che abbattono le emissioni inquinanti insieme con le ultime tecnologie per trasformare casa o ufficio in isole ecocompatibili. Perché il particolare si lega con il globale, il piccolo con il grande, la provincia italiana con l?altro capo del pianeta e così la buona pratica su microscala può riuscire a contaminare anche su scala mondiale.

Come? Basta puntare sulle alleanze: ed è proprio questo il messaggio alla base della quinta edizione di Terra Futura, in programma dal 23 al 25 maggio, come sempre alla Fortezza da Basso di Firenze. Puntare sulle alleanze locali per acquisire più peso a livello nazionale prima, e internazionale poi. «Che l?economia sia in guerra contro il pianeta è risaputo», dice Ugo Biggeri, presidente della fondazione culturale Responsabilità etica, che in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl e Legambiente promuove la kermesse del vivere sostenibile. «L?unica soluzione per uscire da quella che a tutti gli effetti è la terza guerra mondiale», incalza, «è dar vita ad alleanze e trattati di pace, come si fece alla fine delle due guerre mondiali».

Ricorre a metafore di battaglia Biggeri, ma il suo obiettivo è ben altro: provare a costruire alleanze su piccola base per allargare il peso delle pratiche sostenibili. E contare poi su quel peso per rivendicare spazio e attenzione sul fronte politico. «C?è bisogno di alleanze inedite, magari tra Confindustria e i consumatori e così via, sempre più trasversali. I sistemi produttivi diversi ci sono, bisogna diffonderli sempre più».

Che gruppi di acquisto solidale piuttosto che piccole buone pratiche di sostenibilità ambientale e sociale abbiano contaminato diversi strati della società è un dato di fatto, ora però bisogna metterli insieme e andare oltre. E Terra Futura si propone come teatro e strumento di discussione, con ben 11 sezioni tematiche, che spaziano dal commercio equo alla bioarchitettura, dalla mobilità sostenibile all?agricoltura sociale. Obiettivo: superare gli 83mila visitatori che l?anno scorso si sono alternati nelle 500 aree espositive. Ma anche mettere i semi per una nuova cultura, che colleghi le piccole azioni con le grandi conseguenze. Non è un caso che il primo giorno a intervenire ci saranno Vandana Shiva, sicenziata e attivista politica indiana che sull?ambientalismo e i diritti dei contadini ha speso una vita intera, ma anche Susan George, economista, considerata una delle voci più autorevoli sulla questione della fame nel mondo. E così via: secondo un cortocircuito incessante, che passa dall?intervento singolo alla conseguenza planetaria.

Per non perdere di vista il ?particolare?, ecco i premi per la Toscana sostenibile. Piccole buone pratiche destinate a lasciare il seggno. Qualche esempio? La macchina agricola che controlla lo sviluppo di piante infestanti e riduce il ricorso a diserbanti chimici, messa a punto dal Comune di San Giuliano Terme, in terra pisana. Oppure il robottino elettrico che il Campeggio Punta Ala Resort ha attivato per la raccolta differenziata porta a porta. O meglio tenda a tenda. Lo stesso campeggio utilizza un sistema di controllo idrico che riduce del 40% il consumo di acqua. Basta poco per dare un po? di futuro alla terra. Chiara Sirna


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