Politica

Reato di immigrazione clandestina: si stringe la cerchia

L'ipotesi a cui si sta lavorando - ma non è detto che sia quella definitiva - è che riguarderebbe solo gli irregolari potenzialmente pericolosi

di Chiara Sirna

Il governo continua a lavorare sull’ipotesi di introdurre il reato di clandestinità, ma la cerchia si restringe. A pochi giorni dall’ufficializzazione delle misure che saranno contenute nel pacchetto sicurezza, tecnici e giuristi fanno la spola tra i ministeri di Giustizia e Interno, ma anche Difesa. Esteri e Politiche Comunitarie (tanti sono i dicasteri interessati) per definire i confini del reato di immigrazione clandestina.
E pare, stando alla prima bozza Ghedini che sta circolando (l’onorevole Niccolò Ghedini starebbe infatti facendo da consulente su questo fronte), che il reato in questione (contenuto nel decreto in via d’approvazione e non nel disegno di legge) verrebbe applicato solo a quelle persone irregolari sì, ma considerate un pericolo per la società. Quindi con reati alle spalle o potenzialmente pericolosi. E solo dopo l’accertamento di un giudice.
Rischierebbe in particolare un pena dai sei mesi ai quattro anni soltanto chi, avendo violato le norme della Bossi-Fini è rimasto illegalmente sul territorio italiano, a patto però che un giudice accerti che possa commettere o aver commesso reati e che costituisca di fatto un pericolo per la società.
Il solo mancato rispetto della normativa sull’immigrazione in vigore dunque non darebbe adito all’arresto e alla pena detentiva. Chi perciò, da clandestino, dovesse risultare con un lavoro e un reddito ?fissi?, e non dovesse aver commesso alcun reato, se non quello di risiedere illegalmente in Italia, dovrebbe vedersi escluso dal rischio di finire dietro le sbarre. In altre parole, l’esercito di colf, badanti e lavoratori extracomunitari colpevoli solo di non avere un permesso di soggiorno non sarebbe toccato dalle nuove norme.
Resta da vedere se il nuovo reato possa passare per un decreto legge e se il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sarà disposto a controfirmarlo.
Dopodiché le difficoltà pratiche di ?lavoro? saranno tutte di carattere operativo. Trattandosi di persone senza identità e documenti non sarà infatti semplice conoscerne il passato e capirne la ?pericolosità? o meno. Ma forse saranno gli stessi dettagli del testo di legge a chiarire i passaggi pratici.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA