Formazione

Ingerenza umanitaria? Solo se tutti ci stanno

Transizione democratica nella stabilità». È la formula che l’Unione europea ha inventato per cercare di sbloccare la crisi birmana, un compromesso tra due esigenze contrapposte.

di Emanuela Citterio

Transizione democratica nella stabilità». È la formula che l?Unione europea ha inventato per cercare di sbloccare la crisi birmana, un compromesso tra due esigenze contrapposte. «Per noi occidentali la priorità è la democrazia, per gli asiatici la stabilità. Quindi se vogliamo essere incisivi dobbiamo lavorare per coniugare queste due visioni». A spiegarlo a Vita è Piero Fassino, da novembre inviato speciale dell?Ue per la crisi in Birmania.

Vita: La Ue ha annunciato lo stanziamento di due milioni di euro per l?emergenza ciclone. Attraverso quali canali sarà destinato l?aiuto?
Piero Fassino: Gli aiuti passeranno attraverso l?ufficio dei programmi Echo (European Commission?s Humanitarian Aid Office) dell?Unione Europea che opera già in Birmania e che è punto di riferimento di ogni iniziativa umanitaria che l?Ue ha sviluppato in questi anni. Dall?ufficio di Echo saranno inoltrati nelle diverse aree colpite in virtù di accordi stabiliti di volta in volta con le autorità locali.

Vita: Intorno alle difficoltà nel portare gli aiuti, qual è la posizione dell?Ue?
Fassino: Abbiamo insistito fin dal primo momento con le autorità birmane per il libero accesso agli aiuti e perché sia superata ogni diffidenza. Nel soccorso umanitario non c?è nessun secondo fine non detto. E i tempi rapidi ne determinano l?efficacia.

Vita: Cosa pensa della proposta di Kouchner di paracadutare gli aiuti violando lo spazio aereo?
Fassino: È una proposta che ha più il valore di una provocazione intellettuale per sollecitare le autorità birmane ad aprire le frontiere. Il principio di ingerenza per ragioni umanitaria, che condivido, si può realizzare solo quando c?è il consenso della comunità internazionale. Né Cina né Russia in sede Onu hanno dato un?opinione favorevole.

Vita: L?Onu, infatti, si trova spesso in una situazione di impasse a causa anche del diritto di veto della Cina. L?Unione europea ha le mani più libere nella crisi birmana?
Fassino: È importante che la comunità internazionale non si presenti con voci dissonanti. L?Ue si colloca nella strategia che l?Onu si è data. L?Onu ha creato ?Friends of Myanmar?, una sorta di gruppo di contatto composto dai membri permanenti del Consiglio di sicurezza, dai Paesi asiatici e dall?Ue, che opera per monitorare in modo continuativo la crisi birmana e si riunisce periodicamente.

Vita: Come sta reagendo a queste iniziative la giunta militare al potere a Rangoon?
Fassino: Per ora si sono fatti timidi passi. Nonostante questo noi, a maggior ragione dopo questa tragedia umanitaria, crediamo sia essenziale continuare a insistere.

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