Mondo
Iraq: ispezionato un palazzo presidenziale
Una squadra di ispettori, arrivata a bordo di sei auto bianche dell'Onu, si e' presentata poco prima delle nove del mattino, all'ingresso del palazzo di Al Sojoud, nel distretto di Karkh, nel centr
di Redazione
Gli esperti di armamenti dell’Onu hanno effettuato un’ispezione a sorpresa in un palazzo presidenziale di Saddam Hussein. Una squadra di ispettori, arrivata a bordo di sei auto bianche dell’Onu, si e’ presentata poco prima delle nove del mattino (ora locale), all’ingresso del palazzo di Al Sojoud, nel distretto di Karkh, nel centro di Baghdad. Il convoglio ha atteso una decina di minuti prima che le guardie del palazzo aprissero i
cancelli per far entrare gli ispettori. I giornalisti non sono stati autorizzati ad entrare.
A quanto si legge sul sito online del New York Times, le guardie all’ingresso del palazzo, uno dei tanti di Saddam, erano visibilmente a disagio di fronte alla visita inattesa. La questione dei palazzi presidenziali e’ sempre stata una delle piu’ spinose delle ispezioni. Nel 1998, poco prima che gli ispettori fossero costretti a lasciare Baghdad, erano state
concordate speciali procedure per i palazzi del presidente iracheno.
Ma l’ultima risoluzione sull’Iraq, che ha stabilito procedure molto piu’ drastiche per le ispezioni, prevede che tutte le visite degli esperti di armamenti, comprese quelle nei palazzi, avvengano senza preavviso.
L’ispezione viene condotta sia dagli ispettori dell’Unmovic, incaricati di verificare l’eliminazione delle armi chimiche e biologiche, che da quelli dell’Aiea, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. Le due squadre si sono presentate a due diversi cancelli del palazzo. Pochi minuti dopo l’ingresso degli ispettori, e’ arrivato sul posto il segretario presidenziale di Saddam Hussein, Abid Hamoud.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.