Magliette pericolose

“Simpatizzo con Gaza”. Questa la frase della discordia che ha procurato un cartellino giallo e un richiamo al calciatore della nazionale egiziana Mohammed Aboutrikha. Durante la partita di sabato scorso in Ghana – dove è in svolgimento la Coppa delle Nazioni Africane – la stella della squadra cairota Ahly ha sollevato la propria maglietta e esibito di fronte alle telecamere di tutto il mondo una scritta a supporto della Striscia. Questo dopo aver segnato un goal agli avversari sudanesi.

Simpatizzo con Gaza, cioè un pensiero di compassione, di affetto, di simpatia, insomma. Un messaggio umanitario, nello stile che contraddistingue un campione già conosciuto, nel mondo arabo, per aver prestato la propria immagine a campagne Unicef.

Ed ecco che un gesto a-politico (non per tutti sarà così, mi espongo a questo rischio) si è subito trasformato nell’ennesima occasione per incendiare gli animi. I siti web delle maggiori testate giornalistiche arabe hanno ricevuto migliaia di commenti irritati da parte degli spettatori, increduli per l’ammonizione subita da Aboutrikha.
In Egitto, dove la questione della Striscia è particolarmente sentita da sempre, figurarsi in questi giorni, la Fratellanza musulmana fa sua la polemica, la esibisce online e lancia una provocazione: “Perché durante la Coppa del mondo del 2006, un calciatore ghanese esibì una bandiera di Israele in pieno match, quando un compagno di squadra segnò contro gli avversari della Repubblica Ceca, e nessuno si scandalizzò?”.

Peccato. In fondo, a chi guardava la tv non credo abbia fatto male ricordare che, proprio in quel momento, centinaia di migliaia di persone stavano facendo scorta di generi di sussistenza per la prima volta da mesi, nel timore che il labile confine di Rafah fosse richiuso. Per non parlare della squadra sudanese, che a sua volta avrebbe dovuto suscitare simpatia istantanea.