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idoneità. Qualche agevolazione in cambio di tante assurdità la onlus diventa ong.
Siamo una onlus che si occupa di solidarietà internazionale e vorremmo ottenere lo statuto di organizzazione non governativa; da dove dobbiamo cominciare?
Ong e onlus: istruzioni (e distruzioni) per l?uso. Iniziamo dalle prime, che ci confortano un po? di più.
Che siate o meno già onlus, la prassi per acquisire l?idoneità di organizzazione non governativa è dettata in parte dalla norma principe (e unica) sulle «non governative». La legge 49/87 (articoli 28 e successivi) richiede la costituzione di un ente ai sensi della legislazione nazionale di uno Stato membro dell?Unione europea, ente che deve essere senza scopo di lucro, e pertanto se l?ente è italiano necessitiamo di un?organizzazione di cui al primo libro (associazione, fondazione o comitato).
Questo ente deve svolgere almeno da tre anni attività di cooperazione a favore delle popolazioni del terzo mondo e non deve dipendere da altro ente pubblico o privato con fine di lucro.
Si può richiedere l?idoneità (accettando i controlli conseguenti, e presentando i bilanci passati) per una o più delle tre seguenti attività: realizzazione di programmi a breve e medio periodo nei Paesi in via di sviluppo; selezione, formazione e impiego di volontari, anche in servizio civile; formazione in loco di cittadini dei Paesi in via di sviluppo. Se idonea per una di queste attività, l?organizzazione può inoltre richiedere il riconoscimento per realizzare «attività di informazione» e/o di «educazione allo sviluppo».
I benefici più rilevanti che derivano da questo procedimento sono l?acquisizione di diritto della veste di onlus con annesse agevolazioni, qualche deducibilità in più per le erogazioni liberali che doveste ricevere da persone fisiche (sempre utile se incontraste sostenitori davvero ricchi), la possibilità di essere finanziati dal ministero degli Affari esteri.
Una volta acquisita l?idoneità di ong, se eravate già onlus perché iscritti (in base a quanto disposto dal dm 266/03), la Direzione regionale delle Entrate – per ragioni sue e non direttamente comprensibili – vi cancellerà dall?Anagrafe delle onlus. Contenti loro. A voi non cambia nulla.
In ogni caso, si può richiedere alla Direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari esteri il documento-guida sulla predisposizione della documentazione necessaria per il riconoscimento di idoneità. Per ulteriori informazioni c?è anche il sito della Cooperazione italiana allo sviluppo (prendete fiato: www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it), o i numeri di telefono 06.3691-6533/6527/6528.
Sul secondo quesito – e siamo alla distruzione – credo che debba essere fatta un po? di chiarezza. So per certo che si sta ragionando sul fatto che le agevolazioni ?pagate? dalla comunità italiana rischiano di essere godute solo all?estero.
Qui basta intendersi; se parlassimo di aiuti umanitari per i poverelli del principato del Liechtenstein, capirei. Ma qui si diventa strabici: una cosa è il dolo, cioè l?intenzione di usare una onlus per fare i propri comodi. Altro invece è cercare a tutti i costi una modalità per limitare l?azione delle onlus oneste (che non sono la gran parte, ma la quasi totalità) nella loro azione extraterritoriale, resa necessaria, per i meno avveduti, da molteplici cause (guerre, carestie ?) che di umano hanno poco o nulla.
Dove sta scritto che la mia attività rispetto ai soggetti svantaggiati debba per forza avere una ricaduta in Italia, quando nel caso della mia missione all?estero io posso assistere (legge onlus alla mano) le collettività estere, pur limitatamente agli aiuti umanitari? E comunque è incredibile constatare, in tempi di globalizzazione positiva e negativa, come ci sia qualcuno che non si sia ancora accorto che un?azione positiva in Africa reca di certo ricadute positive in Italia.
IL PUNTO
- diventare ong non è particolarmente difficile, e il nostro esperto spiega dettagliatamente la procedura. Il vero problema risiede nel fatto che per essere contemporaneamente onlus occorre che le ?ricadute? della propria attività si attuino in Italia e non solo all?estero. Un?assurdità pensata per rendere difficile la vita alle onlus oneste.
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