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Un timido passo in avanti

Il commento di MC.

di Redazione

Un innegabile passo in avanti, ma ancora eccessivamente debole e timido. L?azione collettiva risarcitoria approvata si configura infatti come un?azione di gruppo e non un?azione di classe. Mentre la classe è un insieme indeterminato di soggetti che si trovano in una situazione simile, e che nel nostro caso sono danneggiati da uno stesso comportamento, il gruppo è un insieme di danneggiati identificati o facilmente identificabili. Mentre le class action dispiegano i propri effetti per tutti i danneggiati, l?azione di gruppo approvata vale solo per chi vi abbia espressamente aderito. Tale meccanismo (opt-in) limita di molto l?efficacia dissuasiva e risarcitoria delle azioni collettive. Mentre con la class action l?impresa citata in giudizio è potenzialmente esposta a risarcire tutti i danneggiati e conseguentemente deve iscrivere a bilancio un fondo per il rischio di causa che tenga conto della somma complessiva di tutte le pretese risarcitorie, con l?azione di gruppo l?impresa può limitarsi a valutare il potenziale danno che dovrà risarcire a coloro che decidano di aderire all?azione, danno che non potrà che essere una minima parte di quello collettivo.La nuova azione collettiva si presenta inoltre come un?arma spuntata ed inidonea a contrastare efficacemente i sempre più numerosi illeciti di massa anche per altre ragioni: i costi di pubblicità dell?avvio dell?azione collettiva sono tutti a carico dell?associazione promotrice, sono assenti strumenti specifici di accesso alla documentazione in possesso dell?impresa, la fase di liquidazione individuale è sostanzialmente lasciata alla volontà dell?impresa condannata la quale può rifiutarsi di proporre un risarcimento o può negare il proprio consenso alla conciliazione; non è previsto che l?impresa condannata debba affrontare i costi della conciliazione; nulla è previsto per il pagamento delle spese legali per il promotore della classe che rappresenta l?incentivo principale alla proposizione dell?azione.Tra le tante scelte possibili, ancora una volta i poteri forti e le pressioni lobbistiche hanno imposto che si scegliesse quella meno ostile alle imprese e meno vantaggiosa per i consumatori. Nei prossimi mesi o anni la battaglia per l?accesso alla giustizia dei consumatori si sposterà quindi dal piano dell?introduzione di un?azione collettiva risarcitoria, a quello della modifica della disciplina per rendere le azioni collettive un efficace strumento di deterrenza e di risarcimento dei danni.


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