Volontariato

Gaza: continua l’esodo di palestinesi in Egitto

Resta aperto il confine fra Gaza e l’Egitto e sarebbero 30mila i palestinesi che hanno già abbandonato la Striscia per riversarsi nel Paese vicino

di Emanuela Citterio

<b>30 mila i profughi palestinesi</b> Prosegue anche oggi il flusso di migliaia di palestinesi che dalla Striscia di Gaza entrano in Egitto attraverso la grande breccia aperta ieri nella barriera d’acciaio di Rafah che chiudeva il confine. Secondo gli ultimi dati i profughi palestinesi entrati in Egitto nelle ultime 24 ore sarebbero 30mila. Molto meno della cifra riportata da alcuni media occidentali. Un testimone diretto – il capitano dei Carabinieri Andrea Massari, in missione nell’area – ha raccontato a Terrasanta.net come è andato il drammatico sfondamento del confine egiziano. Tra mezzogiorno e le 15 del 22 gennaio, si è svolta una manifestazione da parte di cinquemila palestinesi, esasperati dalla crisi umanitaria in cui il mancato rifornimento di carburante e materie prime ha precipitato la striscia di Gaza. La manifestazione ha avuto luogo nella zona di «rispetto» del Philadelphia corridor, che congiunge il confine israelo-palestinese a quello egiziano; solo ad un chilometro dal terminal affidato al contingente di Carabinieri italiani di cui Massaro è comandante. La testa della manifestazione era composta da un centinaio di donne e bambini, che si sono ritrovati di fronte a diverse centinaia di poliziotti egiziani in assetto di guerra. Le forze dell’ordine del Cairo hanno sparato in aria e usato gli idranti. Nel pomeriggio si sono contate una ventina di donne ferite. La notte del 23 gennaio, tra l’una e le due, sul versante nord del muro egiziano sono state fatte esplodere sei cariche, che hanno creato varchi per il passaggio delle persone. Tuttavia non si sarebbe realizzato un vero e proprio esodo: alle nove di questa mattina i palestinesi che avevano già attraversato il confine sarebbero stati sicuramente meno di 30 mila. <b>La posizione dell?Egitto</b> ?Non stiamo aprendo il varco di Rafah perché chiunque lo attraversi, lo stiamo aprendo perché c’é una situazione umanitaria terribile?, ha detto alla Cnn il portavoce del ministero degli Esteri egiziano, Hassam Zaki. La polizia egiziana, affiancata da quella di Hamas, sosta anche oggi lungo la linea di frontiera ma senza intervenire. Il confine tra Gaza e l’Egitto, ha fatto sapere il ministero degli Esteri del Cairo, resterà aperto fintanto che nella Striscia continuerà la crisi umanitaria provocata dal blocco israeliano. ??Israele, invece, punta a isolarsi completamente dalla striscia di Gaza. “Dobbiamo comprendere che quando Gaza è aperta sull’altro lato non è più una nostra responsabilità e quindi vogliamo staccarcene”, ha dichiarato il viceministro della Difesa, Matan Vilnai, alla radio dell?esercito. Dopo il ritiro dei coloni ebraici nel 2005, ha detto Vilnai, “vogliamo continuare nel disimpegno da Gaza smettendo di fornire elettricità, acqua e medicine in modo che le ricevano da qualcun altro: siamo responsabili fin quando non c’è un?alternativa”. Attualmente Israele controlla la frontiera nord e quella est della Striscia nonché lo spazio aereo e le coste. La frontiera a sud è pattugliata dalle guardie egiziane. <b>L?appello dell?Onu</b> ?Israele deve riconsiderare e porre fine alla sua politica di pressione sulla popolazione civile di Gaza a causa delle inaccettabili azioni dei militanti. Le punizioni collettive sono proibite dalla legge internazionale? ha affermato B. Lynn Pascoe, Sotto-segretario Generale per gli affari politici dell?Onu alla riunione del Consiglio di sicurezza convocata ieri in via straordinaria su richiesta della Lega Araba per discutere il deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, definita ?estremamente fragile?. Pascoe ha condannato l?aumento dei lanci di razzi sul territorio israeliano da parte dei militanti di Hamas, ma ha chiarito che non giustificano ?passi sproporzionati? da parte del governo di Israele che è stato sollecitato a investigare adeguatamente gli incidenti che hanno portato alla perdita di vite civili a Gaza e garantire un?adeguata assunzione di responsabilità, consentendo l?accesso delle merci e degli aiuti umanitari internazionali a Gaza dove a dicembre è stato garantito l?approvvigionamento di appena il 34,5% dei beni necessari – riporta l’agenzia Misna. Il blocco della Striscia ? in atto da 7 mesi – sta segnando in profondità la vita della popolazione palestinese. Negli ultimi giorni almeno 42 palestinesi sono stati uccisi e 117 feriti da parte dell’Idf, mentre un nazionale ecuadoriano è stato ucciso e 11 sono stati i feriti israeliani in attacchi a sud del Paese. ?Israele deve arrestare e riconsiderare la propria politica di pressione verso la popolazione civile di Gaza?, ha aggiunto Pascoe, che ha anche ricordato che ?le sanzioni collettive sono vietate ai sensi del diritto internazionale?. <b>Per approfondire: http://www.cipmo.org</b>

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