Cultura

Informazione. Una copertina suscita un caso. Se una disabile è più bella di una miss

"Mobilità" mette in prima un nudo coperto di petali di rosa. La sedia a rotella c’è, ma è nell’angolo. Tra i lettori è dibattito.

di Daniela Verlicchi

Il nudo in copertina? Anche nelle riviste dedicate alla disabilità si può. Ne è convinto Carlo Giacobini, il direttore editoriale di Mobilità, un bimestrale rinomato nel settore, che ha aperto il numero di settembre con l?immagine di una modella sdraiata su un letto, nuda e paraplegica in posa come la protagonista di American beauty. Difficile rendersene conto, però: l?unico riferimento alla disabilità (una sedia accanto al letto) è relegato ai margini della foto. Ma tant?è. La copertina ha innescato un acceso dibattito sulle pagine di Mobilità: c?è chi ha apprezzato la scelta del direttore e chi no. In una lettera pubblicata sul numero sucessivo, una lettrice, che si firma semplicemente M.S., sfoga le sue perplessità. «Anch?io ho fatto la fotomodella pur essendo disabile», scrive, «sono giornalista e scrittrice». E poi avanza il suo dubbio: la foto poteva essere dirompente se sedia a rotelle o stampella fossero state messe in posizione più strategica. Perciò M.S. parla di occasione sprecata, accusando la redazione di non essere riuscita a fotografare «il problema». «Quale?», si chiede il direttore di Mobilità che, nonostante le reazioni, non considera affatto provocatoria quella copertina: «Il nudo è un problema? Lo è sempre o diventa fobia quando riguarda la disabilità? Migliaia di persone con lesioni, menomazioni, amputazioni sono ben liete di mettere in secondo piano la disabilità, per essere prima di tutto individui. Le questioni, quelle vere, non le abbiamo mai poste in secondo piano».Verissimo, ma a che scopo, allora, mettere un nudo in copertina? «Il messaggio era semplice», spiega Giacobini, «volevamo esprimere l?orgoglio (o la vanità) della propria bellezza che quest?immagine porta con sé. Un sentimento espresso, forte, simile a tutti gli altri espressi nelle copertine di Mobilità. Sentimenti umani, non angelici, metafisici o idealizzati». Il direttore respinge le accuse di «mercificazione del corpo femminile» e sottolinea che le lettere di protesta («civilissime», dice) sono state due, mentre le reazioni positive «e talvolta eccessivamente entusiastiche», 47. Comunque, spiega orgogliosamente Giacobini, «Mobilità è apprezzata sempre più per i suoi contenuti, le sue indagini e le informazioni. Potremmo anche uscire con una copertina nera, o bianca o trasparente».

Per conoscere la rivista: <a href="http://www.mobilita.com" target="_blank">Mobilità</a>


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA