Cultura

L’appello del Papa: “Accogliete gli immigrati”

L'invito nel Messaggio per la 89° Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. Combattere razzismo, xenofia e nazionalismi. Anche i cattolici non ne sono immuni

di Redazione

Per i cristiani ”E? un dovere accogliere chiunque bussi per necessità alla nostra porta” e vanno contrastate tutte le manifestazioni ”di razzismo, xenofobia e nazionalismo esasperato”. Il Papa lo rimarca nel Messaggio per la 89esima Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, nel 2003, dedicata al tema del rifiuto delle discriminazioni, rifiuti ed emarginazioni degli immigrati e che deve essere: ”un giorno di profonda riflessione sui doveri di tutti i cattolici in relazione a questi fratelli e sorelle”. Wojtyla rivolge un appello a ”genitori e insegnanti, affinché combattano il razzismo e la xenofobia inculcando atteggiamenti positivi fondati sulla dottrina sociale cattolica” e ricorda i drammi degli sbarchi clandestini, ricorda ”i forestieri piu’ vulnerabili” come le vittime dei conflitti e quelle ”del terribile crimine che e’ il traffico degli esseri umani”. Nel messaggio dal titolo ”Per un impegno a vincere ogni razzismo, xenofobia e nazionalismo esasperato”, all’indomani della Messa per la comunita’ filippina celebrata con coreografie orientali nell’aula Paolo VI, Giovanni Paolo II esorta ad accogliere calorosamente gli immigrati nelle parrocchie, poiché se si dovessero sentire esclusi per la lingua o le usanze differenti diventerebbero facilmente ”pecorelle smarrite”. ”La perdita di questi ‘piccoli’, a causa di discriminazioni anche latenti -ha detto- deve essere motivo di grande preoccupazione sia per i pastori che per i fedeli”. Il Papa ricorda la tratta dei clandestini e la fuga di tanti profughi da Paesi in guerra, che finisce spesso in tragedia. ”Anche di recente -ha detto- siamo stati testimoni di casi tragici di movimenti forzati di persone per motivi etnici e nazionalistici, che hanno portato un’indicibile sofferenza nella vita dei gruppi colpiti. Alla base di queste situazioni vi sono intenzioni e azioni peccaminose in contraddizione col Vangelo e che costituiscono un appello per i cristiani, ovunque, a vincere il male con il bene”. La ”cattolicità”, ovvero universalità della Chiesa, prosegue Wojtyla, oggi ”è visibile praticamente in ogni Chiesa particolare, poiché la migrazione ha trasformato anche le comunita’ piccole e in precedenza isolate in realtà pluralistiche e interculturali” ed anche la Messa domenicale sempre più spesso viene ascoltata ”in lingue mai sentite prima”. ”Queste comunità pertanto -rimarca- hanno nuove opportunita’ di vivere lesperienza della cattolicità, una nota della Chiesa che esprime la sua essenziale apertura a tutto ciò che è opera dello Spirito in ogni popolo”. Il Papa ricorda ”il dovere cristiano di accogliere chiunque bussi per necessità alla nostra porta”. Certo, ammette il Papa, ”la solidarietà non è cosa spontanea”. ”Essa richiede formazione e allontanamento da atteggiamenti di chiusura, che in molte societa’ di oggi sono divenuti piu’ sottili e diffusi”. Ma i cristiani, dice chiedendo di educare i giovani al rifiuto di ogni forma di ”razzismo e xenofobia”, ”devono sforzarsi di vincere ogni tendenza a chiudersi in se stessi e imparare a discernere lopera di Dio nelle persone di altre culture”. ”Solo l’autentico amore evangelico potrà essere talmente forte -aggiunge- da aiutare le comunità a passare dalla mera tolleranza verso gli altri al rispetto autentico delle loro diversità. Solo la grazia redentrice di Cristo puo’ renderci vittoriosi nella sfida quotidiana di passare dall’egoismo all’altruismo, dalla paura all’apertura, dal rifiuto alla solidarietà”. Anche gli immigrati, d’altra parte, hanno il dovere di ”onorare i Paesi che li ricevono e a rispettare le leggi, la cultura e le tradizioni della gente che li ha accolti” affinché prevalga ”l’armonia sociale”. ”Il cammino verso la vera accettazione degli immigranti nella loro diversita’ culturale -ammette il Papa- in effetti, è difficile, talvolta si presenta anzi come una vera via crucis”. Ma non bisogna scoraggiarsi: la Chiesa non si stanchi di indicare ”cio’ che e’ sbagliato” e incoraggiare ”cio’ che e’ giusto”. E ci sia collaborazione con le altre Chiese cristiane, aggiunge, come gia’ avviene, ”per formare societa’ in cui le culture dei migranti e i loro doni particolari vengano sinceramente apprezzati, e in cui ogni manifestazione di razzismo, xenofobia e nazionalismo esasperato sia contrastata in modo profetico”.


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