Welfare

Tra carcere e tossicodipendenza, i rimorsi di un pap

Sulle pagine del giornalino "Frammenti" la testimonianza di un figlio.

di Ornella Favero

Sulle pagine di Frammenti, il nuovo giornale del carcere di Secondigliano, un detenuto, Attilio Perna, racconta che cosa vuol dire per un figlio avere un padre tossicodipendente ed essere trascinato, dietro a lui, in una catena infinita di sofferenze fatta di carcere – strada – comunità e ancora carcere: Ecco cosa scrive Attilio: «Il mio senso di colpa è essere padre, per quanto l?ho sempre desiderato, oggi mi trovo ai colloqui a giocare con mio figlio, come nel film di Benigni La vita è bella. Lui sa che io lavoro, ridipingo le stanze, e ogni stanza è un punto, e più punti faccio… prima torno a casa. Mi ritrovo sempre a dover ripartire da capo, a ricucire rapporti e relazioni. Dopo la strada, dopo il carcere, dopo la comunità e poi di nuovo dopo il carcere. Mi chiedo come farò a spiegare a mio figlio una vita così dannata, nella quale certo c?è la mia responsabilità, ma c?è pure la volontà di riprovare ad uscire da questi bordelli una volta per tutte, anche perché ormai si tratta… di fare il ripetente a vita, o di inforcare nuovi sentieri, girare pagina? So che non è facile, che avrei bisogno di aiuto, ma chi può ragionevolmente investire su un ex tossico? Sapete che c?è? Che mi sento anche una persona! Che vorrei essere trattato come tale e non più come una pratica polverosa in chissà quanti polverosi uffici. Una persona piccola piccola, come una formica, ma pur sempre una persona?».
Qui Roma
L?8 gennaio scorso in S. Maria in Trastevere, tanti amici e familiari hanno salutato per l?ultima volta Gilberto Brega, 56 anni, uno dei primi e più attivi associati della Papillon-Rebibbia. Uscito a fine pena lo scorso giugno, dopo dieci anni di carcere trascorsi subendo continui trasferimenti a causa della sua pacifica attività di denuncia della stupidità e della violenza dell?istituzione carceraria, Gilberto ha scoperto di essere afflitto da un avanzato tumore ai polmoni. Questo non gli impedì di animare le attività in carcere come ricorda l?associazione che a Gilberto dedicherà la scuola di musica e di ballo che verrà realizzata nella periferia di di Roma.

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