Welfare
Birmania: 100 mila morti, un milione senza tetto
Sempre più grave il bilancio del ciclone che ha sconvolto il Paese. Il regime autorizza i voli Onu. Appello di Aung San Suu Kyi
di Paul Ricard
Le dimensioni della tragedia causata in Birmania dal passaggio del ciclone potrebbero ancora molto più vaste di quanto stimato fino ad ora. «Le informazioni che abbiamo ricevuto – ha detto Shari Villarosa, dell’ambasciata Usa in Birmania – indicano che le vittime potrebbe essere più di 100mila». Mentre circa il 40% delle vittime e dei dispersi in Birmania, a seguito del ciclone Nargis, sono bambini. Lo riferiscono operatori di Save the Children impegnati nell’azione umanitaria. Ovunque devastazioni e morte. Mentre il governo birmano non si decide ad aprire le porte ai soccorritori stranieri e continua a creare ostacoli all’invio di aiuti. E’ sempre più grave la situazione dopo il ciclone che ha colpito la Birmania.
Secondo fonti dell’Onu oltre 5000 km quadrati del delta del fiume birmano Irrawaddy sono ancora sott’acqua e un milione di persone sono senza una casa. Decine di migliaia di profughi stanno giungendo lentamente e sotto shock nella località di Labutta dopo aver attraversato zone inondate e ancora piene di cadaveri di uomini e animali. “Stimiamo che il numero di persone senza un tetto e bisognose di assistenza per sopravvivere va da un milione in su – spiega il portavoce dell’agenzia Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), Richard Horsey – Ci sono ampie zone del delta dell’Irrawaddy ancora completamente sommerse, parliamo di 5mila chilometri quadrati, è un’area vastissima”.
Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione birmana agli arresti domiciliari da 18 anni, ha rivolto un appello per chiedere aiuti in favore del suo Paese. “Le vittime del ciclone – ha dichiarato – hanno urgente bisogno di assistenza di emergenza da parte delle agenzie internazionali, Onu compresa”.
Mobilitato anche il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il quale in un comunicato sottolinea l’importanza di fornire la maggiore assistenza possibile alle vittime. Ban ha accolto con soddisfazione la notizia secondo la quale alcuni operatori umanitari dell’Onu potranno entrare nel Myanmar a partire da domani per coordinare le operazioni di valutazione dei danni e le priorità di intervento; il Segretario ha chiesto alle autorità birmane di rispondere positivamente alle offerte di aiuto internazionale facilitando l’arrivo degli operatori e degli aiuti in ogni maniera possibile.
Nel frattempo la macchina della solidarietà si sta muovendo. Il governo australiano fornirà l’equivalente di 1,8 milioni di euro per aiuti immediati. La somma sarà divisa fra le Ong umanitarie con basi in Australia come Care, World Vision e Caritas, il programma alimentare mondiale dell’Onu e l’organizzazione Onu per l’infanzia Unicef. Ed ancora un volo con aiuti di emergenza è partito da Brindisi per la Birmania. A bordo ci sono 25 tonnellate di aiuti italiani. Anche le Ong italiane si danno da fare, in particolare le ong riunite nel comitato Italia Aiuta, che hanno organizzato una raccolta di fondi destinata alle popolazioni colpite. Sottolinea il presidente di Italia Aiuta, Maurizio Carrara, ?l nostro comitato è composto dalle sei più importanti associazioni d’emergenza italiane. Laggiù ci sono solamente gli operatori del Cesvi, che sono autorizzati dal governo e che fanno da tramite per il nostro impegno e per i nostri interventi. Le notizie che ci arrivano sono drammatiche: alcune città sono letteralmente distrutte?.
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