Mondo

Sofia rimette in moto le adozioni internazionali

Dopo quattro anni di stallo, parte il riesame di 300 pratiche. E per la fine del 2008 le famiglie potrebbero abbracciare il loro bambino

di Benedetta Verrini

Dopo quattro anni di pesanti lungaggini e momenti di stallo, le adozioni in Bulgaria si stanno sbloccando. La conferma arriva dalla stessa Commissione adozioni italiana, che il 16 aprile scorso ha convocato tutti gli enti autorizzati operativi nel Paese. Da una conta informale è emerso che le pratiche pendenti sono circa 300: si tratta di coppie italiane il cui dossier è stato inviato a Sofia e che sono in attesa (alcune addirittura dal 2004) di concludere l?adozione. «I segnali che arrivano sono molto positivi», conferma Luigi Negroni, responsabile adozioni internazionali Anpas. «Dalla Bulgaria stanno risolvendo le pratiche pendenti sulla base di un criterio cronologico e pare vogliano risolvere tutto il pregresso entro l?anno».

Fino a pochi anni fa Sofia autorizzava oltre mille adozioni internazionali l?anno, per far fronte ai circa 30mila minori in istituto. Dopo qualche anno di politiche più restrittive e una forte promozione dell?affido da parte di famiglie locali (sovvenzionate con del denaro), oggi ufficialmente i minori in istituto sono 8.600 (ma le ong ritengono che la cifra sia sottostimata). L?Agenzia statale di tutela del bambino ha reso noto che 2.557 bambini e adolescenti sono iscritti nel Registro nazionale dell?adozione. La svolta, come spiega Gianfranco Arnoletti del Cifa, è arrivata dopo la nomina, a fine 2007, del vicepresidente della Giustizia, Ilonka Raichinovska a nuovo presidente del Consiglio bulgaro per le adozioni internazionali. «Il ministro si è mostrato subito interessato a risolvere la situazione dei minori abbandonati con più velocità e attenzione», spiega Arnoletti. «Ha imposto una riunione alla settimana del Consiglio, e i risultati cominciano a vedersi».

Il nuovo corso va di pari passo con una politica di confronto con le ong: «Si è costituito un coordinamento di enti stranieri e bulgari che dialogano direttamente con le istituzioni, caso più unico che raro per questi Paesi», spiega Marco Griffini, presidente di AiBi. «Abbiamo molta fiducia, anche perché la Bulgaria ha saputo imboccare una strada diversa dalla Romania, affrontando davvero il problema dei minori senza famiglia».

Nei prossimi mesi, dunque, le adozioni di minori bulgari potrebbero essere più numerose. Ma siccome la prudenza non è mai troppa, gli enti hanno convenuto con la Cai una sorta di ?autoregolamentazione?, come spiega Gian Battista Graziani, portavoce del coordinamento Cea: «L?obiettivo è tenere limitato il deposito di nuovi fascicoli, in attesa di risolvere i casi pendenti». In pratica, la Cai ha raccomandato agli enti con molte adozioni pendenti di non assumere nuovi mandati per la Bulgaria e a quelli con poche o nessuna pratica di non assumere più di dieci incarichi.
Pre informazioni: www.commissioneadozioni.it

IN EUROPA

  • I Paesi dell?Est sono da diversi anni al centro di situazioni controverse riguardo all?adozione internazionale.

Ecco com?è la situazione attuale:
Bielorussia chiusa da gennaio 2008
Russia aperta
Ucrainaaperta
Romania chiusa dal 2001
Ungheria aperta
Moldavia aperta
Kazakistan aperta

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