Mondo

Iraq. Nuovi bombardamenti angoloamericani su Bassora

Nel frattempo proseguono, fra le polemiche, le visite in Iraq degli ispettori inviati dall'Onu

di Redazione

In mattinata vi sono stati alcuni bombardamenti effettuati nei dintorni di Bassora da aerei statunitensi e britannici, che hanno colpito un pozzo petrolifero uccidendo 8 persone e ferendone almeno venti. Una vicenda che ha suscitato le proteste del governo di Baghdad, anche se fonti del governo Usa sostengono che non si registrano vittime tra i civili. Gli ispettori internazionali che devono verificare se Saddam Hussein possegga o meno armi di distruzione di massa hanno iniziato oggi il loro quarto giorno di ispezioni fra le polemiche e i nuovi bombardamenti alleati nella no-fly zone. A destare preoccupazione sono state le dichiarazioni del direttore di uno degli impianti visitati ieri, che si era detto a conoscenza dell’imminente visita dei controllori Onu, prima che questi ultimi raggiungessero il suo sito. Secondo il direttore ad avvertirlo sarebbero stati i funzionari iracheni che collaborano con l’Onu. Una eventualità che sembra vanificare l’effetto sorpresa necessario, secondo gli ispettori, per controllare i siti. Il portavoce delle Nazioni unite Yasuhiro Ueki ha riconosciuto che “in questo caso i responsabili del sito sapevano dellì’ispezione, ma ha chiarito che si tratterebbe di un “caso eccezionale”. Oggi comunque i controlli internazionali hanno visitato una fabbrica di pesticidi, dalla quale si alzano velivoli che servono a spargere le polveri chimiche sui campi. Per evitare che gli iracheni avessero il tempo di nascondere eventuale materiale proibito gli ispettori hanno compiuto una vera e propria irruzione nel sito. Una jeep è entrata a gran velocità mettendosi di traverso sulla strada e impedendo sia l’accesso che l’uscita di veicoli. Ai controlli non sono stati ammessi non solo i giornalisti, come accade spesso, ma perfino i funzionari che di solito collaborano con gli ispettori. Proprio nella base visitata infatti, prima della guerra del Golfo, l’Iraq aveva messo a punto un progetto per spargere con aerei leggeri sostanze tossiche e agenti batteriologici. Secondo un dossier britannico, le tecnologie messe a punto all’epoca sarebbero ancora utilizzabili. Nel frattempo, l’ufficio del Congresso a Washington ha messo mano al pallottoliere, per calcolare i costi di un eventuale guerra all’Iraq. Secondo i “contabili” Usa l’attacco potrebbe costare almeno 200 miliardi di dollari. Una guerra breve e e risolutiva invece, impegnerebbe fondi per non più di 60 miliardi di dollari. Calcoli destinati, però, a saltare se, vistosi ormai battuto, Saddam Hussein decidesse di dar fuoco ai pozzi di petrolio.


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