Non profit
Fondazione Benetton festeggia 20anni di vita
Il 3 febbraio l'ente non profit sarà aperto tutto il giorno
di Redazione
Domenica 3 febbraio 2008 la Fondazione Benetton Studi Ricerche è aperta tutto il giorno per festeggiare i suoi primi vent?anni di vita, la vicenda di un centro di elaborazione e di diffusione culturale, di lavoro scientifico, di battaglia di idee, di iniziativa, di proposta.
È una giornata alla quale vorremmo dare il carattere di un incontro aperto con la città e con quanti, amici, collaboratori, studiosi, ricercatori, ci hanno seguito in questo itinerario e ci stanno seguendo in questa fase nuova.
Nell?arco della giornata faremo conoscere ancor meglio gli spazi, le funzioni di un organismo finalizzato a documentare, studiare, sperimentare, pubblicare. E presenteremo un bilancio critico sui momenti e i luoghi attraversati.
È questo perciò un invito caloroso a non mancare, e a ragionare, liberamente, sul viaggio già compiuto e che ci ha portato fin qui, su come siamo oggi, e, ancor più, sui progetti per il futuro, sui compiti che pensiamo di poter e di dover svolgere per dare un contributo, puntiforme ma vivo, alla crescita culturale della società in cui siamo immersi e, contemporaneamente, alla costruzione di una rete europea di centri di ricerca e di formazione.
L?incontro è anche una sorta di indice dettagliato di nomi, utile anche per una serena commemorazione poiché una solida memoria è la bussola più sicura per orientare i passi successivi; memoria di tutti coloro che hanno partecipato, a cominciare da quelli che non ci sono più e che pure hanno reso possibile il cammino, con i loro pensieri, i loro libri, i loro consigli, e anche con i loro dubbi e interrogativi.
Nel novembre 1997, proprio dieci anni or sono, aprivo il bollettino n. 3, «Rapporto di attività 1987-1997», con parole che mi pare utile ripetere oggi: «Dieci anni. Per la vita di un?istituzione culturale, un attimo. Eppure, dieci anni di lavoro. Dieci anni per organizzare studi, ricerche e sperimentazioni nel campo della salvaguardia e valorizzazione dei patrimoni di natura e di memoria, vissuti da una decina di persone a tempo davvero pieno, coinvolgendo da vicino un centinaio di altre persone, supervisori, ricercatori, operatori, interessando un migliaio di utenti (esterni e interni) del centro documentazione e di partecipanti ai corsi e ai seminari, e una cerchia assai più larga di lettori delle nostre collane di storia veneta, di storia del gioco e di governo del paesaggio. Dieci anni di rapporti, non sempre facili, eppure necessari, con il mondo accademico e con gli enti pubblici responsabili dei patrimoni di cui ci occupiamo. Dieci anni intorno all?idea della circolarità virtuosa ?documentare-ricercare-trasmettere? [?] Sentiamo necessario [?] far conoscere meglio le finalità delle nostre iniziative culturali, il loro carattere internazionale, il loro radicamento locale, e ragionare sulla contraddizione nella quale ci sentiamo immersi, tra la velocità dello sviluppo economico e la fatica della crescita culturale, tra le tentazioni strette dell??effimero? e la necessità di visioni larghe e durature. Rafforzare il ruolo e il peso della ricerca e della cultura nelle esperienze locali e nelle relazioni internazionali, far evolvere positivamente il rapporto pubblico-privato in particolare nel campo della conoscenza-salvaguardia-valorizzazione dei patrimoni di natura e di memoria, diventa dunque, oltre che una normale responsabilità, una condizione indispensabile per poterci orientare verso il futuro.
La singolare invenzione di mecenatismo e la crescente generosità manifestata da Luciano Benetton e i suoi fratelli, così come la rigorosa indipendenza scientifica che crediamo di aver dimostrato in questi dieci anni, ci appaiono, in questa direzione, di buon auspicio».
Non potrei ripetere per i vent?anni la definizione di ?un attimo?. Vent?anni non sono forse ancora storia e geografia, ma certo hanno misure commensurabili, un arco di tempo, un campo di spazio.
Riflettendo su questo secondo decennio (1997-2007), e di qui sui primi vent?anni della vita della Fondazione, è difficile non riconoscere che mentre venivano crescendo le energie messe in opera, le dimensioni dell?iniziativa, il prestigio della sede, lo spessore della biblioteca, la robustezza di ogni altro parametro funzionale, gli obiettivi principali del nostro lavoro e il senso stesso del nostro impegno venivano via via confermati, e fin qui rafforzati, lungo la rotta felicemente immaginata all?inizio e, in contesti sociali e culturali non facili, ragionevolmente perseguita nel corso del tempo e lungo l?itinerario del viaggio.
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