Cultura

Chiesa. Mons. Martini: “Le economie globali non possono escludere”

L'ambasciatore permanente della Santa Sede presso il Wto critica, durante un convegno a Treviso, le "politiche escludenti dei governi mondiali"

di Ettore Colombo

”I programmi governativi che prevedono drastici tagli di spese come quella per l’istruzione e la formazione, strumento centrale per rilancio dello sviluppo e della crescita economica, sono da respingere”. Lo ha detto l’arcivescovo mons. Diarmuid Martin, osservatore permanente della Santa Sede presso Wto, intervenendo ad un convegno a Treviso sullo sviluppo sostenibile, organizzato da Unindustria. Insistendo sulla dimensione dell’inclusione, il rappresentante del Vaticano ha sottolineato che ”un’economia globale non ha il diritto di chiamarsi globale se accetta l’esclusione di milioni di lavoratori”. Secondo mons. Martin, ”l’inclusione del maggior numero possibile di protagonisti, e’ nell’interesse stesso dell’economia globale”. ”L’esclusione e’ un male morale, l’inclusione, invece, e’ un bene economico”. Il rappresentante del Vaticano ha messo sotto accusa anche l”’eccessivo protezionismo che esiste nel mondo”. ”In Europa ce n’e’ troppo in campo agricolo – ha esemplificato mons. Martin -, negli Usa ce n’e’ troppo nell’industria tessile e dell’abbigliamento. E proprio questi sono campi in cui i paesi poveri avrebbero una possibilita’ di sviluppo. Bisogna, pertanto, aiutare i paesi poveri a migliorare la loro capacita’ produttiva”. Spiegando le regole che un’economia globale deve comunque darsi, l’esponente del Vaticano ha sottolineato che ”ci vuole maggiore trasparenza”. ”Ma ci vogliono anche regole che promuovano i deboli e frenino l’arroganza dei potenti – ha puntualizzato mons. Martin -, potenti che influiscono in maniera sproporzionata nella elaborazione delle regole”.


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