Economia

In Calabria attecchisce l’ulivo della legalità

Ottanta ettari di terreno, una produzione di olio distribuita in tutta Italia. «Ma serve più rete»

di Redazione

Partire da zero per costruire un futuro. La storia della cooperativa sociale Valle del Marro parte da trenta ettari di terreno assegnati dal Comune in stato di abbandono e da un contesto ancora infestato dalla criminalità organizzata. Oggi la cooperativa gestisce più di 80 ettari, quasi tutti uliveti, e nel 2007 ha fatturato oltre 300mila euro. Merito della produzione di uno dei migliori olii della Calabria e di quattro tipi di ortaggi tutti distribuiti grazie alla rete di Libera e di Cooperare con Libera terra. «Finora vendiamo i nostri prodotti nelle botteghe dell?equo e solidale, e nelle coop dell?Emilia e della Toscana», spiega Giacomo Zappia, il presidente della cooperativa. «Purtroppo la mancanza di una rete associativa stabile in Calabria non ci permette di far attecchire questa realtà anche nelle nostre zone, ma forse in questo periodo qualcosa sta cambiando».

Ma ancora qualche resistenza rimane. Oggi, nonostante il gran numero di destinazioni, in Calabria non è stata ancora creata una rete strutturata per il riutilizzo dei beni confiscati. «Qui mancano quei consorzi di Comuni che in Sicilia hanno reso più facili la consegna e il riutilizzo», continua Zappia. In più scarseggia lo stesso supporto delle altre realtà di terzo settore: «La cooperazione finora non ci ha dato una mano in termini di consulenza manageriale o di sviluppo imprenditoriale», aggiunge Zappia. «In questo periodo, grazie a Cooperare con Libera terra, qualcosa si è mosso, tanto che quelle reti di distribuzione ci hanno permesso di crescere nelle vendite».


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