Non profit

Aborto: 25% straniere

Due+Due/ Si sono assestati a circa 140mila l’anno gli aborti in Italia, pari a circa 1 aborto ogni 5 concepimenti, secondo gli ultimi dati Istat riferiti al 2004

di Alter Ego

Si sono assestati a circa 140mila l?anno gli aborti in Italia, pari a circa 1 aborto ogni 5 concepimenti, secondo gli ultimi dati Istat riferiti al 2004. Erano molti di più negli anni 80 (sopra quota 200mila), ma dopo consistenti cali nei primi anni di applicazione della legge 194, non si sono più registrate grosse variazioni.

Ma chi sono le donne che abortiscono in Italia? Innanzitutto, sempre meno le donne sposate. Il numero di interruzioni volontarie di gravidanza ogni mille donne coniugate, già al di sotto del 10% nel 1994, è sempre in calo ed è stato superato dal tasso relativo alle nubili. I livelli più elevati, tuttavia, in crescita negli ultimi dieci anni, riguardano le donne separate, divorziate o vedove. Un altro elemento che balza all?occhio è l?aumento del ricorso all?aborto tra le giovani. Nel 1985, meno di un quarto degli aborti avveniva prima dei 25 anni, mentre dal 2000 in poi è appena poco più di un terzo, cosicché l?età media delle donne che hanno interrotto la gravidanza si è ridotta da 30,4 anni a 29,1 tra il 1985 e il 2004. Anche questo dato conferma il precedente, e cioè la tendenza, nel nostro Paese, ad abbandonare l?aborto come mezzo per contenere il numero di figli all?interno della famiglia e invece il prevalere del ricorso ad esso per evitare una gravidanza in condizioni di difficoltà della donna. In media, oggi solo una donna su tre abortisce (e una sola volta) nell?arco della sua vita, contro una su due nel 1985. Ultimo dato preoccupante, relativo alle donne straniere: nel 2004, se le residenti straniere in età feconda (15-49 anni) erano pari al 6% della corrispondente popolazione italiana, a loro sono riconducibili quasi un quarto degli aborti.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.