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Parla Nicoletta Dentico. Scommetto sul farmaco, a modo mio

Lo produrrà la Drugs For Neglected Disease Initiative, alleanza tra pubblico e non profit. "Ma manca il sostegno del governo italiano".

di Carlotta Jesi

“Accettare una molecola da aziende come la Celera? Non ci vedo niente di male”. Per Nicoletta Dentico, direttore esecutivo di Medici senza frontiere Italia, il problema di prendere le molecole inutilizzate nei Paesi ricchi e darle al non profit perché le trasformi in farmaci per i poveri se mai è un altro. «Si tratta di capire se vogliamo che la società civile si assuma in toto la responsabilità di garantire il diritto alla salute. Responsabilità che spetta prima di tutto ai governi».
Vita: I 14 milioni di persone che oggi muoiono di malattie dimenticate purtroppo dimostrano che ai governi il diritto alla salute interessa poco. Esiste un?alternativa al farmaco studiato e prodotto solo dal non profit?
Nicoletta Dentico: Sì. Quello che nasce da un?alleanza fra società civile, governi, Paesi ricchi e Paesi poveri, organismi di ricerca governativi, industriali e pubblici orientata alla soddisfazione di bisogni più che al profitto. Un?alleanza cui Medici senza frontiere lavora da tempo e che presenterà ufficialmente il 10 dicembre: la Drugs for Neglected Disease Initiative (DnDi).
Vita: Cos?è esattamente?
Dentico: Un?iniziativa globale che ha come principale obiettivo lo sviluppo di farmaci per le popolazioni indigenti, ma che potrebbe anche sviluppare nuovi sistemi diagnostici o vaccini. Dell?alleanza faranno parte centri di ricerca come l?Istituto Pasteur ma soprattutto istituti basati nei Paesi poveri, organismi non profit come Medici senza frontiere e Amref, aziende come la brasiliana Far-Manguinhos, che già produce farmaci generici anti Hiv, e, quando non basteranno le competenze e gli strumenti del settore pubblico, anche compagnie farmaceutiche e biotecnologiche dei Paesi sviluppati. Sarà un?iniziativa di responsabilità pubblica: il 70% dei fondi arriverà dai governi del Nord e del Sud del mondo, il 30% da contributi privati. Ma il fatto più importante è che la ricerca e lo sviluppo di farmaci verranno il più possibile dislocati nei Paesi direttamente colpiti dalle malattie dimenticate. Svilupperemo molecole già esistenti che non vengono prodotte dalle aziende farmaceutiche e cercheremo di scoprirne di nuove. Dimostrando che creare un nuovo farmaco costa meno dei 500 milioni di dollari dichiarati dalle aziende farmaceutiche o addirittura degli 800 milioni di dollari stimati dal presidente di Farmindustria.
Vita: Saranno farmaci protetti da brevetto?
Dentico: I farmaci mirati per le malattie dimenticate che svilupperemo devono essere considerati beni pubblici globali. I diritti di proprietà intellettuale, cui non ci opponiamo ma che critichiamo se usati per limitare il diritto alla salute, saranno gestiti a seconda della necessità. Al solo scopo di garantire un accesso equo ai farmaci nei Paesi poveri.
Vita: Quali governi parteciperanno all?iniziativa?
Dentico: Abbiamo già avuto la disponibilità di quello canadese, norvegese, americano e dell?Unione europea.
Vita: E l?Italia?
Dentico: Non abbiamo ancora il suo sostegno. E, di fatto, ancora non siamo riusciti a trovare un interlocutore che sappia spiegare la posizione dell?Italia in merito agli accordi sulla proprietà intellettuale del Wto. Non so se ciò dipenda dal fatto che il presidente del Consiglio è stato a lungo anche il ministro degli Esteri, ma una posizione italiana su questi temi non esiste. L?anno scorso abbiamo raccolto più di 120mila cartoline firmate dai cittadini che chiedevano al governo di prendere una posizione sull?accesso alla salute come diritto di tutti, ma non siamo ancora riusciti a consegnarle al presidente del Consiglio. Da un governo che è membro del consiglio direttivo della Partnership Roll Back Malaria ed è il secondo esecutivo più generoso col Fondo globale per la lotta all?Aids e la malaria, ci aspettiamo di più.

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