Cultura

Zimbabwe: nave cinese carica di armi torna a casa

In Sudafrica i portuali avevano incrociato le braccia, in Mozambico è stato negato il permesso di approdo. A fare il resto sono state le pressioni internazionali.

di Redazione

La nave cinese diretta in Zimbabwe con un carico di armi rientrerà in Cina. Lo ha annunciato oggi il ministero degli Esteri di Pechino, dopo le proteste in Sudafrica e Mozambico, dove i portuali hanno incrociato le braccia per non far approdare il carico, e dopo le pressioni di Stati Uniti e Regno Unito, preoccupati per la situazione di incertezza venutasi a creare nel Paese dopo le elezioni del 29 marzo scorso.

La nave An Yue Jiang trasporta 3 milioni di munizioni, 3.500 mortai e cannoni di mortaio, 100 lanciagranate. “La decisione è stata presa dalla compagnia di navigazione – ha precisato il portavoce del ministero degli Esteri, Jiang Yu – la nave rientrerà”. Jiang ha di nuovo sottolineato che il carico di armi rientra nelle normali transazioni commerciali tra i due Paesi e che la fornitura riguarda un accordo siglato lo scorso anno. Tuttavia, la coincidenza temporale della consegna delle armi con la situazione di incertezza in Zimbabwe dopo le elezioni di tre settimane fa, di cui non si conoscono ancora i risultati, ha sollevato preoccupazione per eventuali azioni di repressione contro gli oppositori politici del Presidente Robert Mugabe. Non c’è infatti alcun embargo internazionale sulle armi contro lo Zimbabwe e la Cina è uno dei suoi principali alleati e partner commerciali del Paese africano.

La ‘An Yue Jiang’, riferisce oggi Apbs, aveva attraccato a Durban il 14 aprile scorso, ma i sindacati sudafricani avevano vietato ai propri iscritti di partecipare alle operazioni di scarico; la nave era cosi’ divuta salpare di nuovo, facendo scalo in Mozambico dove pero’ le era stato negato l’approdo. A quel punto sembra avesse fatto trotta verso l’Angola, il cui presidente Jose’ Eduardo dos Santos e’ un fedele alleato di Pechino: dietro le quinte gli Stati Uniti avrebbero pero’ esercitato pressioni anche sul governo di Luanda, e su quello della Namibia, perche’ impedisse alla nave di attraccare. “Il carico non e’ stato depositato a terra perche’ i contraenti dello Zimbabwe non sono stati in grado di ricevere la merce come stabilito”, ha spiegato al riguardo la portavoce ministeriale. “

Per il regime della Repubblica Popolare, esposto in diverse tappe del tour mondiale che sta effettuando la torcia olimpica a dure contestazioni contro la brutale repressione in Tibet, in ballo ci sono anche un problema d’immagine, e la conseguente riuscita dei Giochi di Pechino 2008.

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