Welfare

Aborto: nel 2007 calo del 3%. Obiettori al 69%

Il ministro Turco ha trasmesso la relazione al Parlamento. Il 31% degli aborti è fatto da donne straniere. Stimati 15mila aborti clandestini. Cresce l'obiezione di coscienza e diminuiscono i consulto

di Sara De Carli

ll Ministro della Salute Livia Turco ha trasmesso al Parlamento la Relazione annuale sull?attuazione della legge 194/1978, contenente i dati preliminari per l?anno 2007 e i dati definitivi per l?anno 2006.

Meno 3%
I dati relativi al 2007, con un totale di 127.038 IVG, evidenziano un ulteriore calo del 3% rispetto al dato definitivo del 2006 (131.018 casi) e un decremento del 45,9% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all?IVG (234.801 casi).
Il tasso di abortività (numero delle IVG per 1.000 donne in età feconda tra 15-49 anni), l?indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza al ricorso all?IVG, nel 2007 è risultato pari a 9,1 per 1.000, con una diminuzione del 3,1 rispetto al 2006 (9,4 per 1.000) e del 47,1% rispetto al 1982 (17,2 per 1.000).

Le straniere al 31%
Continua la diminuzione delle IVG tra le donne italiane: i dati definitivi relativi all?anno 2006 evidenziano infatti 90.587 IVG, con una riduzione del 3,7% rispetto al 2005 e di oltre il 60% rispetto al 1982, anno in cui più numerose sono state le IVG. Viceversa, le IVG sono incrementate tra le donne straniere: in totale 40.431 nel 2006 (+4,5% rispetto al 2005), pari al 31,6% del totale (nel 2005 erano il 29,6% e nel 1998 erano il 10%). Nel 2006 è leggermente salita la percentuale di Ivg effettuate da donne con già un aborto sulle spalle: dal 26.3% del 2005 al 26.9 del 2006. Secondo la relazione però la percentuale di aborti ripetuti va imputata soprattutto alle donne straniere: per queste ultime la percentuale è al 38.4%, mentre per le italiane è al 21.7%.

15mila aborti clandestini
In merito al fenomeno degli aborti clandestini, nella Relazione di quest?anno viene presentata una nuova stima aggiornata del 2005 che si ferma ad un?ipotesi massima di 15 mila aborti effettuati al di fuori della legge 194, correggendo al ribasso le precedenti stime che indicavano tale soglia attorno ai 20 mila aborti clandestini. Il dato riguarda solo le donne italiane, in quanto non si dispone di stime affidabili degli indici riproduttivi per le donne straniere. Si conferma, quindi, la contemporanea diminuzione dell?abortività legale e clandestina tra le donne italiane.

Invariate le Ivg post 90 giorni
Rispetto all?aborto effettuato dopo i 90 giorni, la situazione è invariata. La percentuale di IVG dopo tale periodo è stata complessivamente nel 2006 del 2,9%, pari a 3.147 un pelo sopra il 2.7% del 2005 (il dato è in costante crescita rispetto all’1.7% del 1997. Di queste, il 2,2% è relativo alle IVG tra 13 e 20 settimane e lo 0,7% a quelle dopo 21 settimane.

Cresce l’obiezione di coscienza
Infine, sono stati presentati i dati reali relativi all?obiezione di coscienza, aggiornati dalle Regioni (i precedenti risalivano all?anno 2003, in taluni casi all?anno 1999), che mostrano un forte incremento in tutta Italia. L?obiezione infatti nel 2006 arriva per i ginecologi al 69,2% (era al 58.7% nel 2005); per gli anestesisti passa dal 45,7% al 50,4%; per il personale non medico, dal 38,6% al 42,6%. Si inverte così una tendenza che durava dal 2000, quando i ginecologi obiettori erano in media il 67.4%, tornando più o meno a quei valori.
Nel Sud l?aumento è ancora maggiore e in alcune Regioni addirittura i dati raddoppiano. In Campania l?obiezione per i ginecologi passa dal 44,1% all? 83%; per gli anestesisti dal 40,4% al 73,7%; per il personale non medico, dal 50% al 74%. In Sicilia, per i ginecologi dal 44,1% al 84,2%; per gli anestesisti dal 43,2% al 76,4%; per il personale non medico, dal 41,1% al 84,3%. Ma anche nel Nord, come ad esempio in Veneto, l?obiezione è superiore al dato nazionale: per i ginecologi, 79,1%; per gli anestesisti, 49,7%; per il personale non medico, 56,8%. Le regioni con più ginecologi obiettori sono Sicilia (84%), Campania (83%) e Molise (82%). I tassi più bassi si registrano invece in Valle D’Aosta (16%), Basilicata (44%) e Abruzzo (45%).

Diminuiscono i consultori privati
Fermo ancora a 0.7 il numero di consultori ogni 20mila abitanti: dato raggiunto nel 1999 e mai migliorato benché la legge 34/1996 ne preveda 1 ogni 20mila abitanti. Diminuiti, nel 2006, i consultori privati, passati da 134 (2005) a 103. Quelli pubblici invece sono saliti da 2063 a 2188.

L’aborto chimico
Nel 2006 le donne che hanno abortito con il Mifepristone (la ormai famosa Ru486) sono state 1151, in 5 regioni (Piemonte, Trento, Emilia romagna, Toscana e Marche): lo 0.9% delle Ivg effettuate. Erano state 132 nel 2005 e secondo i primi dati sono state 1070 nel 2007. Il Ministro Turco nella sua relazione fa il punto sulla procedura di ammissione in commercio del Mifegyne, sottolineando che la commissione tecnico scientifica dell’Aifa ha dato parere positivo ma che l’iter non è ancora concluso: l’azienda infatti deve ancora presentare domanda di classificazione e definizione del prezzo, a cui l’Aifa dovrà poi dare riscontro. Nel caso di autorizzazione, precisa la Turco, «deve essere garantito il pieno rispetto della legge 194/78, con impiego del farmaco esclusivamente in ambito ospedaliero, con divieto di vendita al pubblico».

Le raccomandazioni
Il Ministro Livia Turco, ribadendo che ?il dettato della legge affida alle istituzioni centrali e regionali il compito del governo del sistema? e quindi sottolineando che ?la relazione al Parlamento non intende essere un atto formale, ma lo strumento istituzionale per indirizzare coerentemente le scelte programmatorie di sanità pubblica, al fine di correggere e risolvere le criticità, pianificare gli interventi più adeguati di prevenzione, raccomandare le procedure più appropriate in termini di maggiore tutela della salute della donna e di maggiore efficienza, precisa che ?come Ministro della Salute ho il compito di promuovere specifiche raccomandazioni alle Regioni su alcuni aspetti salienti?.

In particolare ?si raccomanda di adottare specifici interventi di prevenzione rivolti alle donne straniere, attraverso la formazione degli operatori socio-sanitari finalizzata ad approcci interculturali per la tutela della salute sessuale e riproduttiva; di organizzare i servizi per favorire l?accesso e il loro utilizzo; di promuovere una diffusa e capillare informazione per la popolazione immigrata.?
?Si raccomanda altresì di promuovere il potenziamento dei consultori, quali servizi primari di prevenzione del fenomeno abortivo?.
?Si raccomanda inoltre di adottare misure idonee a ulteriormente ridurre la morbilità da IVG e per il miglioramento dell?appropriatezza degli interventi, anche attraverso l?aggiornamento del personale preposto, come previsto dall?art. 15 della legge 194/78?.
?Si raccomanda ancora di monitorare l?adeguata offerta delle prestazioni, anche in relazione all?aumento del fenomeno dell?obiezione di coscienza da parte del personale dei servizi, al fine da una parte di garantire la libertà di obiezione ?riconosciuta dall?articolo 9 della legge 194/1978- e dall?altra di garantire la continuità assistenziale. Infatti in alcune Regioni l?obiezione di coscienza ha raggiunto livelli tali da prefigurare un?oggettiva condizione di grave difficoltà per le donne nell?accesso ai servizi. In questo senso si ribadisce che sono le Regioni ?in applicazione del medesimo articolo 9 della legge- che devono controllare e garantire l?attuazione della legge, anche attraverso la mobilità del personale?.
?Si raccomanda anche l?adozione e il raggiungimento di standard uniformi su tutto il territorio nazionale in relazione all?appropriatezza e alla qualità nel percorso della diagnosi prenatale e in particolare nei casi di anomalie cromosomiche e malformazioni, al fine di garantire l?immediata e reale presa in carico dei bisogni della donna e della coppia, nel rispetto e in applicazione degli art. 6 e 7 della legge 194/78?.
?Si raccomanda, infine, in merito all?applicazione degli articoli 2 e 5 della legge 194/1978, l?implementazione delle misure necessarie alla rimozione delle cause che potrebbero indurre la donna all?IVG, sostenendo le maternità difficili e la promozione dell?informazione sul diritto a partorire in anonimato, nonché su tutta la legislazione a tutela della maternità?.

In conclusione, il Ministro Livia Turco sottolinea che ?assumendo la piena applicazione della legge 194/1978 come priorità delle scelte di sanità pubblica, non si ravvisa la necessità di una sua modifica, ma viceversa si sottolinea la necessità di un rinnovato impegno programmatorio e operativo da parte di tutte le istituzioni competenti e delle/degli operatrici/operatori dei servizi?. Il Ministro Turco, inoltre, ?evidenziando la complessità dei valori etici che i legislatori hanno consegnato alle istituzioni e alla società nel suo insieme, ribadisce che la legge è stata e continua a essere non solo efficace, ma saggia e lungimirante, profondamente rispettosa dei principi etici della tutela della salute della donna e della responsabilità femminile rispetto alla procreazione, del valore sociale della maternità e del valore della vita umana dal suo inizio?.

Scarica la relazione.


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