Famiglia

Ma chi ha paura della dolce doula?

Maternità/ In Italia la "mother assistent" fatica ad affermarsi

di Redazione

Una madre per una nuova madre. È questo il ruolo della doula, una figura che assiste le donne prima, durante e dopo il parto: sostiene, consola, tiene lontani i parenti invadenti e aiuta a sentirsi mamma nei primi tempi dopo la nascita, senza ansie o sensi di colpa. In Italia sono poco più di una ventina, e devono scontare l?ostilità delle ostetriche.

Spopolano in Francia, sono ritenute indispensabili in Olanda, tutti le cercano negli Stati Uniti. Ma da noi sono solo una ventina. Le doule, in greco ?serve?, sono figure professionali che assistono materialmente e psicologicamente le madri prima, durante e dopo il parto, accompagnando le puerpere a superare le prime difficoltà e sostenendone le capacità. Eppure in Italia sono poche, pochissime, se si considera che le prime sono arrivate nel 1985. «La situazione è ferma», ammette Piera Maghella, presidente del Mipa, centro di formazione per operatori coinvolti nel percorso di nascita. E la ragione, spiega, «è la contrapposizione delle ostetriche. Non hanno capito che non abbiamo nessuna intenzione di prendere il loro posto».

No, non l?hanno capito, le ostetriche. E l?anno scorso la loro Federazione ha persino denunciato la Regione Umbria e la Provincia di Perugia che avevano organizzato il primo corso per doule. Una denuncia che non ha avuto seguito: la Corte dei Conti, competente in materia, non ha riscontrato nessuna irregolarità. Rimane il fatto che il mestiere della doula, o mother assistant, non ha alcun tipo di riconoscimento, e questo non ne incentiva la diffusione.
In qualche caso le doule si riuniscono in cooperative, come la Ama -Associazione Mother Assistant di Perugia, che ne riunisce 15. Più spesso singole professioniste offrono il loro servizio online o tramite altre associazioni. Emanuela Geraci, di Pisa, è tra queste. Cosa fa esattamente una doula? «Fa da madre a una nuova madre», spiega la Geraci. «In un momento di passaggio così delicato, si ha il bisogno antico di avere un punto di riferimento forte e familiare». Cosa che gli ospedali non offrono.

«Il parto è un?esperienza molto medicalizzata», spiega Geraci, «i medici discutono per ore sulla gravidanza come fosse una patologia, ma non lo è». Serve quindi un approccio più umano e una figura di riferimento che talora non può essere la madre della donna: «Troppi conflitti ancora aperti, troppe difficoltà di comunicazione», fa notare la Geraci. La doula svolge un?opera di sostegno e accompagnamento psicologico che, secondo recenti studi, è in grado di ridurre del 50% il ricorso al cesareo e del 25% la durata del travaglio.

Ma il suo ruolo non si limita al giorno fatidico: «La doula conosce la famiglia, aiuta a sistemare la cameretta del bambino, prepara psicologicamente la donna al parto e, subito dopo, mantiene alta l?attenzione sulla neo mamma, proteggendola da interferenze eccessive ed insegnandole, nei mesi dell?allattamento, a sentirsi madre, che non è scontato», racconta la Geraci. I costi? Tra i 500 e i mille euro, a seconda del tipo di accompagnamento richiesto.

Info:
www.mondo-doula.it
www.pgcesvol.com/ama


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