Bossi che sorride, stanco e quasi sfinito, davanti alle lampade e ai microfoni degli operatori televisivi: parla a fatica, le sue frasi escono a stento, ma si capiscono eccome. Il suo linguaggio, da sempre grezzo, ora è ancor più essenziale e personalissimo, nessuno gli tiene botta, neppure nella Lega. Di questa campagna elettorale resterà anche il ricordo dell?incredibile performance del senatùr.
Le conseguenze della paresi e dell?ictus sono evidenti, e mai nascoste, eppure il Bossi se ne frega alquanto, oppure addirittura trova il modo di giocare con questo effetto speciale, un po? come faceva, con civetteria intellettuale, Antonio Guidi, oppure (ci si consenta il paragone azzardatissimo e quasi blasfemo) papa Wojtyla degli ultimi anni. Bossi è più ruspante, ma in questa sua serena incoscienza di fronte ai media recupera una dimensione umana inaspettata e apprezzabile anche da chi non condivide le sue idee, o le sue sparate. E riesce a conquistare una ?normalità? condivisa anche dai giornalisti, che ormai sanno come fare, e non gli regalano nulla. Per molti, che a casa sono alle prese con le conseguenze brutali di un ictus del tutto inatteso, Bossi regala sicuramente una speranza e toglie molti alibi: per dirla con Veltroni? «si può fare»?.
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