Cultura

Informazione: 2007 anno nero, 86 giornalisti uccisi, piu’ di 880 arrestati

Con 86 giornalisti uccisi (un aumento del 244% in cinque anni), piu' di 880 arrestati, oltre 2600 siti internet chiusi, si chiude il 2007 ennesimo annus horribilis per la liberta' di stampa

di Redazione

Con 86 giornalisti uccisi (un aumento del 244% in cinque anni), piu’ di 880 arrestati, oltre 2600 siti internet chiusi, si chiude il 2007 ennesimo annus horribilis per la liberta’ di stampa. A dare cifre e fatti e’ oggi il Rapporto di Reporters sans frontieres che evidenzia come Iraq, Somalia e Pakistan siano i Paesi piu’ pericolosi per la stampa. I numeri parlano, inoltre, di 20 collaboratori dei media uccisi nel corso dell’anno, 887 fermati 1511 aggrediti o minacciati 528 media censurati 67 giornalisti rapiti. Quanto a Internet, sono stati 37 i blogger fermati, 21 aggrediti, 2676 i siti chiusi o sospesi. Oggi, nel mondo, 135 giornalisti sono ancora in carcere. Questa cifra rimane, da anni, piu’ o meno la stessa, visto cche – rileva l’organizzazione – i giornalisti liberati sono sostituiti molto rapidamente da nuovi detenuti. E se in totale, 887 giornalisti sono stati privati della loro liberta’ durante il 2007, il Pakistan batte tutti i record con 195 giornalisti fermati. Il Paese e’ seguito da Cuba, con 55 arresti, e dall’Iran con 54. La Cina (33 giornalisti in carcere) e Cuba (24) sono, ormai da quattro anni, le piu’ grandi prigioni del mondo per i professionisti dell’informazione. Ai 135 giornalisti in carcere, bisogna aggiungere poi i 65 cyber-dissidenti detenuti per essersi espressi liberamente su Internet. La Cina mantiene la sua leadership mondiale per quanto riguarda la cyber-repressione con ben 50 cyberdissidenti oggi in carcere. Altri otto sono attualmente in prigione in Vietnam. In Egitto, il giovane Kareem Amer e’ stato condannato a 4 anni di reclusione per aver criticato sul suo blog il capo dello Stato e per aver denunciato la grande influenza degli islamici sulle universita’ del Paese. Ma – denuncia RSF – il carcere non rappresenta l’unico mezzo per privare un giornalista della sua liberta’ di movimento e di espressione. Nel 2007, almeno 67 professionisti dei media sono stati rapiti in 15 Paesi. Il Paese piu’ a rischio rimane l’Iraq, dove 25 giornalisti sono stati rapiti dall’inizio del 2007. Dieci ostaggi sono stati uccisi dai loro sequestratori. In Afghanistan i due collaboratori del giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo, sequestrati nel mese di marzo 2007, sono stati uccisi dai loro rapitori. In Pakistan, cinque giornalisti sono stati rapiti, alcuni dalla stessa polizia. Tutti sono stati liberati. Almeno 14 giornalisti sono attualmente sotto sequestro, tutti in Iraq. Piu’ della meta’ dei giornalisti uccisi nel 2007 sono morti in Iraq. Tutti (47 vittime), ad eccezione di un reporter russo, erano di nazionalita’ irachena. Quasi tutti lavoravano per dei media iracheni e sono stati oggetto di omicidi premeditati. I motivi della loro uccisione – rileva Reporter sans Frontieres – sono spesso difficili da identificare con precisione ma, ogni volta, sono chiaramente riconducibili al lavoro svolto dalle vittime e alla linea editoriale dell’organo di informazione per il quale lavoravano. I gruppi armati colpiscono solitamente i giornalisti che collaborano con una testata che gravita intorno ad un gruppo religioso diverso dal loro, con media stranieri o finanziati dall’estero. Circa il 90 % degli omicidi di giornalisti restano totalmente o parzialmente impuniti. Spesso- denuncia l’associazione – i governi dei Paesi nei quali i giornalisti perdono la vita sperano che tempo ed indifferenza proteggeranno gli assassini contro eventuali sanzioni e si permettono, in questo modo, il lusso dell’inazione.

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