Famiglia

A Gattuso l’Altropallone 2007

Assegnato al giocatore milanista il premio l'Altropallone 2007 per l'attività della Fondazione Rino Gattuso forza ragazzi onlus

di Antonietta Nembri

Il premio l?Altropallone 2007 è stato assegnato a Gennaro Ivan Gattuso per l?attività della ?Fondazione Rino Gattuso forza ragazzi onlus? a favore dell?infanzia e dell?adolescenza in Calabria

«L’altropallone ha 11 anni, ormai siamo una squadra completa» dichiara Gianni Mura, presidente della giuria de l?Altropallone. Dopo la premiazione di un progetto, quest’anno il premio va a un calciatore che la giuria, all’unanimità, ha individuato in Gennaro Gattuso, più noto come Rino o per tutti i tifosi “Ringhio”.

Per le motivazioni, basta rileggere frasi dello stesso Gattuso, che tra una partita e l’altra, uno spot e l’altro, ha investito tempo ed energie nel futuro della sua Calabria, facendo nascere nel 2003 una fondazione onlus «per sostenere i ragazzi meno fortunati di me, le persone che a mille km da dove vivo a poche centinaia di metri da dove ancora abitano i miei devono confrontarsi ogni giorno con le difficoltà di chi vive in Calabria, in tutta la Calabria, non solo a Corigliano»
E ancora: “È molto importante legare l’attività calcistica di base alla solidarietà». «La Polisportiva di Cimiano ci permetterà di testare questo nuovo modello che affiancherà un programma educativo all’allenamento calcistico, in modo serio e controllato».

«Un doppio campione del mondo (Nazionale e club) può certamente essere un buon esempio per i giovani. Lo è ancora di più se, come Gattuso, visitando i carcerati dice di essere stato salvato dal pallone, altrimenti poteva trovarsi al posto loro» osserva Gianni Mura. «Oppure, pochi giorni dopo il trionfo di Berlino, dice: “Ragazzi, non fatevi fregare, non rincorrete le auto e gli orologi di lusso, non sono questi i valori della vita. Rincorrete i vostri sogni”. In Gattuso coincidono il calciatore e l’uomo: la solidarietà e la generosità, le doti che mostra in campo, lo accompagnano anche fuori. Non è un divo, anche se gira molti spot. Èun atleta che ha sudato il successo e ne è consapevole. Dà il meglio da lottatore, lealmente. Ha un ruolo che è una metafora. Non può essere il faro o l’ispiratore di una squadra, ma sa esserne l’anima. Cosa che non si può dire di tanti calciatori».

«Noi della Giuria abbiamo l’illusione (o la presunzione) di saper riconoscere i “cuori nel pallone”, quando il pallone rotola e rimbalza oltre le linee degli egoismi e dei privilegi: in Afghanistan come nelle periferie di Parigi, in Palestina come in Calabria» conclude Gianni Mura. «Benvenuto in squadra a Gattuso. Oggi è giustamente premiato, da domani è automaticamente in giuria, come quelli premiati prima di lui».


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