Formazione

La commedia della vita

Film.Una gravidanza inattesa è l’occasione per raccontare in modo non convenzionale l’universo di una sedicenne disinibita e anticonformista.

di Redazione

Di bello hanno questo le commedie: non devono spiegare le loro premesse (né le loro conseguenze) e si offrono così. Con la semplicità che consente, fra l?altro, di evitare esplorazioni che potrebbero banalizzare. Sicché se una ragazzina di 16 anni rimane incinta e, dopo aver fissato un appuntamento per abortire, cambia idea e decide di avere il bimbo per darlo in adozione, non c?è nello spettatore il tormento delle motivazioni. È così e basta. Tanto è sottinteso che il bello comincerà proprio da lì: è questa la convenzione che consente al genere la sua meravigliosa autosufficienza. Non priva, in ogni caso, di rapporti sottili e veri con l?esistenza…

In questo caso con una iniziale chiave di lettura: la gravidanza come fatto essenzialmente ?animale?. Juno (Ellen Page, bravissima) la percepisce come un ?accidente? del tutto fisico, privo di implicazioni. Il linguaggio contribuisce del resto a depotenziare la miccia: lei si sente una «balena spiaggiata» pronta a scodellare il «fagiolo» e a darlo a una giovane coppia che figli non è mai riuscita ad averne. Lucidità a corrente alternata, potremmo dire. In effetti la giovanissima protagonista è così. Disarmante e disinibita. A suo modo saggia e innocente (nel senso etimologico: in fondo non sa ?dirsi?), volitiva (nella sua ricerca degli adottanti ad esempio) e tuttavia insicura.

Quello di Juno è un modo onesto per guardare alle incertezze di un?adolescenza troppo spesso raccontata da una prospettiva giovanilistica che non sa nemmeno sfiorare l?ambiguità, l?essenza di corpi adulti con anime acerbe, la purezza in fondo. Una purezza fatta di errori coerenti, di incidenti di percorso di fronte ai quali si reagisce con sana determinazione senza lasciarsi corrompere dagli opportunismi. Faccende che gli adulti liquiderebbero in due righe (come suggerisce la crisi della coppia, causata dal consueto e devastante ?peterpanismo?). E che invece questi ragazzini – Juno naturalmente, ma anche il suo partner, bambinone lungo lungo che però ha già la sua parte di coraggio – affrontano seriamente. Facendosene coinvolgere. Al punto che ciò che era iniziato nel regno del desiderio fisico e della corporeità diviene, settimana dopo settimana, un?esperienza a suo modo spirituale, di trasformazione intima e profonda, di accoglienza della vita. Perché con questo suo film riuscito e divertente, Jason Reitman ci dice appunto questo: che la vita è più semplice di quel che possiamo descrivere e al tempo stesso più misteriosa e complicata, ha i suoi tempi e i suoi dolori e le sue ragioni. A noi di assecondarla.

LUCE IN SALA

La banda
di Eran Kolirin, Israele – Francia
Un musicista egiziano e una ristoratrice israeliana si incontrano e si rivelano l?uno all?altra. Delizioso, originale, vero.
****

Tutta la vita davanti
di P.Virzì. Con S. Ferilli, Italia
Amore e speranza al tempo dei call center. Amara messa in scena di un universo più nominato che conosciuto. Bravo Virzì. Ottimo il cast.
****

Un bacio romantico
di Wong Kar Wai, con N. Jones, Francia, Cina, Hong Kong
Non sarà il suo migliore ma è senz?altro un film interessante. Molto ben recitato e con una malinconia struggente che acchiappa.
***


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