Politica

Lugo, monsignor Paraguay

Il vescovo dei campesiños, ora sospeso a divinis, ha ottime probabilità di diventare presidente. E cita Pio XI: «La politica è l’espressione più sublime dell’amore»

di Daniele Biella

Fernando Lugo è stato per 30 anni il prete dei campesiños, degli indigeni. È diventato il vescovo più famoso del Paraguay per le sue nette posizioni a fianco degli oppressi e per le critiche al partito al potere, quel Partido Colorado che da 60 anni (di cui 40 di dittatura) comanda a suo piacimento uno dei Paesi più poveri del mondo in cui oggi il 5% dei 4 milioni di abitanti controlla il 90% delle terre e il 20% dei giovani non ha un lavoro. Il 29 marzo 2007, all?età di 58 anni, Lugo ha cambiato la sua vita. «È urgente fare di più per il mio Paese, e come religioso non ci riesco», ha detto, rinunciando alla sua posizione (ha ricevuto dal Papa la ?sospensione a divinis?, cioè non può fare il prete) per buttarsi in politica. Un anno dopo, guida una coalizione di 13 partiti e 7 movimenti sociali e ha grandi chances di vincere le elezioni presidenziali a turno unico del 20 aprile. A pochi giorni dal voto, i sondaggi gli danno il 6-8% in più rispetto alla candidata del Colorado e a un ex generale golpista. Ma siamo in America Latina, tutto può succedere. Tanto che una decina di minacce di attentati Lugo ne ha già ricevute, per questo in ogni uscita pubblica è seguito da giovani guardie del corpo volontarie.

Vita: Poco più di un anno fa ha suscitato clamore la sua decisione di lasciare la condizione di sacerdote e candidarsi a presidente del Paraguay. Oggi rappresenta un?eterogenea coalizione, e il 20 aprile ha reali possibilità di vincere. Come si sente la persona Fernando Lugo? Quali sono i suoi timori, e quali gli stimoli più grandi?
Lugo: Della mia rinuncia al ruolo di vescovo per dedicarmi in modo attivo alla politica si è parlato molto. E anch?io ho riflettuto molto con me stesso. Il 18 dicembre 2006 ho comunicato la mia decisione: devo confessare che la notte precedente, il 17, è stata la più lunga di tutta la mia vita. Non è stato per niente facile. Non è semplice lasciarsi alle spalle 30 anni di vita religiosa, totalmente dedicata alla Chiesa, e abbandonarla in un giorno per buttarsi in un?altra attività. Però oggi mi sento felice, perchè non ho alcun timore nel muovere i miei passi. Mi emoziona il contatto con le persone che incontro, e sentire la speranza che suscita in loro il mio nuovo ruolo politico. La tranquillità della mia coscienza e l?empatia verso la mia gente sono gli stimoli più grandi che posseggo.

Vita: Il suo ?cambio? di vita, da quella religiosa a quella politica, è l?aspetto che più sorprende chiunque venga a conoscenza della sua storia. Dove si ritrovano le radici di questo cambio?
Fernando Lugo: Comprendo pienamente la sorpresa di molti per la mia decisione. Penso di essere il primo vescovo della storia che rinuncia alla sua posizione per dedicarsi al 100% alla politica. Ho svolto i 30 anni della mia opera sacerdotale sempre in comunità rurali povere, o meglio impoverite, e ho sentito molto da vicino le loro privazioni, i loro dolori: ecco le radici del ?cambio?. Un giorno, infatti, ho capito che la sola azione pastorale non era sufficiente, c?era bisogno di un impegno ancora più diretto. Per questo ho intrapreso la strada della politica. Sono un uomo religioso fortemente influenzato dalla dottrina sociale della Chiesa e dalla teologia della liberazione, che ritengo le fonti ispiratrici del mio pensiero e della mia azione politica. Ho lasciato la vita episcopale, me ne rendo conto, ma l?ho fatto nella convinzione che la mia cattedrale è oggi l?intero Paraguay. E ho sentito mie queste parole di papa Pio XI: «La politica è l?espressione più sublime dell?amore».

Vita: Alla luce della sospensione vaticana, oggi si definisce un vescovo o un ex vescovo?
Lugo: Mi ritengo un cittadino paraguaiano che ama molto la sua patria e il suo popolo. Per la Chiesa continuo a essere vescovo, per le leggi nazionali sono un cittadino comune. Di conseguenza, che mi chiamino ancora monsignore, come accade, o semplicemente Fernando o signor Lugo, non ha importanza. Quello che importa è il rispetto e l?affetto che uno si è guadagnato nel tempo. Per quello che sento attorno a me, non posso che ritenermi soddisfatto. È una forza in più.

Vita: In caso di vittoria, quale è la sua ?agenda del giorno dopo??
Lugo: Prendere uno a uno i problemi che ho appena detto e attivarsi per risolverli. La prima azione concreta sarà di riforma dell?apparato economico, verso uno sviluppo che si basi sull?equità sociale. Non sto parlando solo di macroeconomia: deve crescere l?economia personale, familiare, il cambiamento deve farsi sentire nel portafoglio di ogni cittadino. Ad esempio, metteremo in atto una riforma agraria integrale che, oltre a ridistribuire terre ai contadini, li assista con forme di microcredito, protezione dal mercato, attenzione alla loro educazione, alla salute. Ovvero, lavoreremo per ottenere un miglior sviluppo umano per tutti, senza discriminazioni, partendo dallo sradicare l?alta percenutale di povertà estrema, eredità di 60 anni di uso scriteriato del potere da parte del Partido Colorado. Sarà uno sforzo immane, ma è l?unica via da seguire.

Vita: A ogni suo comizio sorprende la presenza di centinaia di ragazze e ragazzi, e alcuni le fanno da guardia del corpo volontaria. Secondo gli ultimi sondaggi, il 40% dei giovani e delle donne del Paraguay la voterà. Sotto quali auspici?
Lugo: Oggi in Paraguay solo una manciata di persone vive in modo degno. Gli altri arrancano, soprattutto i più indifesi, come le donne, le persone con disabilità, e i giovani, che appena possono lasciano il Paese. Ma da qualche tempo c?è un fermento diverso, il desiderio di una vita all?estero sta lasciando il posto alla voglia di realizzare un altro sogno, quello di un Paese migliore, dove vale la pena rimanere e mettere su famiglia. Noi stiamo cercando di far capire ai giovani che possono avere un ruolo da protagonisti nel cambiamento, e loro rispondono. La sola idea di partecipare alla costruzione di una società nuova è già di per sé una motivazione molto importante per mettersi in gioco.

Vita: Filantropia, ong nazionali e straniere. Come vede il ruolo della cooperazione in Paraguay?
Lugo: Non sono contro la filantropia, definita come «l?amore verso il prossimo», né contro le ong, che lavorano seriamente e con onestà per alleviare i disagi dei più bisognosi, e nemmeno contro le forme di cooperazione che arrivano al Paraguay in modo incondizionato. Quello che non accetto è l?elemosina indotta, con secondi fini. La dignità nazionale non è negoziabile. Le attività di tali organizzazioni potranno quindi continuare, ma non per coprire i buchi di uno Stato assente, quanto collaborando con un?amministrazione che affronti di petto le necessità di base della società.

COSA NE PENSANO LE ONG
Un buon candidato, ma…

Cosa ne pensano le ong della candidatura di Lugo? Abbiamo girato la domanda a tre cooperanti impegnati in progetti di sviluppo nel Paese sudamericano.

«Lo conosco di persona, spero ce la faccia»
Ho conosciuto Lugo nelle vesti di vescovo nel 2001, per un progetto nella sua diocesi a San Pedro, la più povera del Paese. È molto alla mano. Mi ricorda Evo Morales. Mi auguro che vinca, ma può fare ben poco: dove corruzione e clientelarismo sono da tempo la legge, è difficile affermarsi anche per una persona carismatica come lui.
Giuseppe Polini – Coopi

«Troppo alteromondista»
Nella candidatura di Lugo vedo luci ed ombre. Il rischio è che rimanga troppo ancorato alle sue idee altermondialiste senza passare ai fatti. Si deve dotare di buoni consulenti e sfruttare al meglio i rapporti con i Paesi confinanti.
Enrico Garbellini – Mlal

«Si guardi anche dai suoi alleati»
Per una parte del clero è un traditore, ma la gente lo ama. Non ha però alcuna esperienza politica, e si trova immerso in un sistema corrotto, fin dentro la sua stessa coalizione dove convivono i liberali e l?estrema sinistra. Lawrence Morroni – Icei


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