Volontariato

Haiti, riesplode la violenza

La difficilissima situazione di Haiti nelle parole del rappresentante di Avsi. L'ong non lascia l'isola

di Redazione

«Interi quartieri della città distrutti, caos totale su tutta l?isola. Il Palazzo Nazionale è stato quasi assaltato dei manifestanti, fermati dalla sicurezza con mezzi da controguerriglia urbana. La situazione a Les Cayes è terribile». Sono le parole di Carlo Maria Zorzi, rappresentante Avsi ad Haiti, giunte nella sede italiana dell?ong martedì pomeriggio, 8 aprile.

Parole che descrivono la grave emergenza in cui è precipitata Haiti, l?isola dei Caraibi stremata dalla povertà. «I primi scontri ? spiega Zorzi – sono iniziati settimana scorsa a Les Cayes, nel sud ovest di Haiti, nella zona più rurale dell?isola dove Avsi ha in corso progetti agricoli, di sicurezza alimentare, riforestazione e di sostegno a distanza. In 10 anni Avsi non aveva mai visto scontri qui a Les Cayes, la cosa infatti ci ha preoccupato molto. Abbiamo evacuato immediatamente il nostro personale dell?ufficio locale, facendolo arrivare qui da noi a Port au Prince. Ora però la situazione è precipitata anche qui, nella capitale. Non possiamo che aspettare l?evolversi degli eventi». Sembra che migliaia di persone marcino nelle vie della città protestando con violenza contro l?ennesimo rialzo dei prezzi del cibo urlando ?Abbiamo fame!?. Sedie lanciate contro le vetrine dei negozi, auto date alle fiamme. Echi di spari ovunque. I partecipanti alle proteste chiedono la cacciata dall?isola del presidente Renè Preval e del contingente Onu della Minustah di stanza ad Haiti, ritenendoli colpevoli dell?ennesimo rincaro del prezzo del riso.

«Le manifestazioni hanno toccato il ministero dell?Agricoltura – racconta Zorzi da Haiti – dove sono stati bruciati i pneumatici della macchina del ministro, mentre il ministero del Commercio è stato letteralmente distrutto da lanci di pietre. A Les Cayes il senatore del sud è stato picchiato e la sua famiglia è stata salvata dal linciaggio dalla polizia, ma la sua casa è stata distrutta dal fuoco»-

Un portavoce dell?Onu richiama alla calma. «Basta con la violenza, non può che peggiorare la situazione».
Il prezzo del riso, cresciuto in tutto il mondo, ha inevitabilmente sottolineato lo stato di grande fragilità del potere d?acquisto della popolazione di Haiti, che vive per l?80% con meno di 2 dollari al giorno. Il prezzo del riso, fagioli e latte condensato (non esiste quello fresco) è aumentato del 50%, mentre quello della pasta è raddoppiato. Molti manifestanti chiedono che torni al potere l?ex presidente Jean-Bertrand Aristide, esiliato nel 2004. In migliaia i suoi sostenitori riuniti soprattutto a Cité Soleil, il quartiere bidonville più violento dell?isola.

A Cité Soleil Avsi, con grande fatica e pericolo, realizza diversi progetti per i diritti umani di adolescenti, ex combattenti, facendo loro abbandonare le armi in cambio di educazione, istruzione. Attività svolte con la Commissione Episcopale locale Giustizia e Pace finanziate dall?Unione Europea, realizzate nel quartiere in stretta collaborazione con realtà locali come scuole, centri educativi, parrocchie, fornendo loro testi scolastici, formazione del personale e tutto il materiale necessario di rinforzo. Sempre nella capitale, a Port au Prince, Avsi con Unicef realizza all?interno delle carceri femminili programmi educativi per giovani donne, provenienti da contesti di profondo disagio, con attività di recupero scolastico, corsi di formazione professionale e sostegno psicologico per superare i traumi vissuti.

Il World Food Programme delle Nazioni Unite ha lanciato un appello urgente per Haiti; il Segretario Generale Ban Ki-moon già la settimana scorsa era preoccupato che la crisi mondiale del prezzo del cibo peggiorasse la situazione nell?isola.

Nonostante la grave e pericolosa emergenza, Avsi non abbandona la popolazione di Haiti. Per sicurezza le sua attività sono solo momentaneamente sospese e riprenderanno al più presto.

Info: www.avsi.org


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