Famiglia

Sangue infetto: la storia infinita dei risarcimenti

Promesse (dal sapore elettorale) della Turco: parte oggi la fase di ricognizione degli aventi diritto

di Sara De Carli

Le sacche di sangue le hanno portate, ma sono rimaste sul tavolo, a livello simbolico. La minaccia di “infettare” il ministro Livia Turco e il suo sottosegretario Antonio Gaglione, comunicata dall’Anadma questa mattina prima dell’inizio dell’incontro con le istituzioni, è rimasta per fortuna solo sulla carta.
La rabbia però è rimasta tutta, la delusione pure, e i due politici si beccano l’etichetta di “incompetenti”, affibbiatagli senza esitazionida Diego Righini, segretario generale del Ca.Na.Da.-Confererazione Associazioni Nazionali Danneggiati da trapianti.

Le associazioni che rappresentano i circa 5mila italiani danneggiati da sangue infetto e gli avvocati sono stati convocati oggi al Ministero della Salute, a quattro giorni dal voto, per annunciare che «da oggi stesso – sono le parole del sottosegretario Gaglione – partirà la fase ricognitiva, preliminare alle transazioni». Parte insomma, finalmente e lentamente, la macchina che porterà (quando?) al rimborso da parte dello Stato dei danneggiati da sangue infetto. Una epopea che ha visto un grosso successo in Finanziaria 2008, con lo stanziamento di 180milioni di euro a partire dal 2008 per risarcire tutti i danneggiati. Peccato che poi la macchina si sia subito stoppata. «Siamo molto delusi che questa riunione sia stata convocata oggi, a pochi giorni dalle elezioni, e non a metà gennaio», dice Righini. «Le famiglie aspettano da anni e hanno bisogno dei soldi a cui hanno dirito».

Il decreto attuativo firmato dalla Turco, infatti, il 4 aprile è stato annullato dal Consiglio di Stato dopo vari ricorsi di persone infette: «avviava le procedure di risarcimento solo per i vaccinati», spiega Righini, «mentre la Finanziaria sancisce in maniera irreversibile il cammino fatto in questi anni di lotta: questa materia non può più essere trattata per categorie separate».

Da oggi quindi si apre la fase in cui chi ha già avviato una causa contro il Ministero può rinunciarvi in cambio di una transazione economica: chiuso il pacchetto di nomi, si farà finalemente il decreto attuativo e cominceranno ad arrivare i risarcimenti, per un controvalore di 180milioni di euro l’anno. Visto che c’è una scala di otto step di gravità, dalla morte ai danni più lievi, i risarcimenti variano da 600mila a 400mila euro a testa: in media qundi si potranno risarcire 350 persone l’anno, in base al criterio del bisogno economico-sociale attestato dall’Isee. Previsioni di tempi? «Non ce ne sono, anche se il sottosegretario ha promesso che chiuderà la fase ricognitiva in un mese», dice Righini. «Comunque i soldi ci sono, l’unico limite è che devono essere spesi entro il 31 dicembre 2008».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA