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Servizio civile, vittima del fuoco amico

In Senato passa l'emendamento Ds anti Governo

di Redazione

La rivoluzione si nasconde fra le pieghe della Finanziaria e precisamente all?art.55-ter, approvato il 13 novembre a Palazzo Madama. Se il testo passerà indenne all?esame della Camera, il servizio civile nazionale cambierà faccia. Cavallo di troia di quello che al ministero della Solidarietà sociale considerano un?imboscata, è stato paradossalmente un emendamento voluto dal diessino Nicola Latorre, che introduce due novità: il raddoppio della percentuale del Fondo nazionale destinata ai bandi straordinari per l?accompagnamento dei ciechi civili, che passa dal 2 al 4% (ma prima la quota era indicata per prassi) e soprattutto la riserva di una quota non inferiore al 30% a progetti «aventi finalità diretta o indiretta a persone con disabilità fisica, psichica o sensoriale grave».

Secondo l?interpretazione più accreditata, tale quota si riferisce ai progetti presentati e non a quelli validati.
Gli enti sono in subbuglio. Ad alzare per primo la voce, seguito a ruota dal Forum del terzo settore, è stato il coordinamento della Cnesc – Conferenza nazionale enti servizio civile: «Nessuno contesta l?urgenza di dare una risposta alle associazioni che si occupano di disabilità, ma non si capisce perché si debbano utilizzare le risorse del servizio civile», attacca Fausto Casini, che aggiunge: «Non capisco come possa entrare in funzione questo nuovo assetto: forse faranno due bandi separati, chissà…».

E mentre il direttore dell?Ufficio nazionale, Diego Cipriani scansa la patata bollente («Mi rimetto alla sovranità del parlamento, certo è che l?allargamento del settore assistenza non è cosa da poco»), il sottosegretario delegato, Cristina De Luca non è disposto a mandar giù il rospo. «Sono contraria alla modifica, l?idea di promozione della cittadinanza che sta alla radice del sistema non può venir confinata nel recinto della disabilità». L?emendamento però arriva dai banchi della maggioranza… «In Senato forse potevamo fare di più, ma alla Camera il nostro ministero si impegnerà per spiegare ai colleghi qual è l?idea di servizio civile che vogliamo».
Alla lista degli scontenti si aggiunge anche Emanuele Pizzo, uno dei quattro rappresentanti nazionali dei volontari, che nota come, specie al Nord, «i progetti relativi all?assistenza a disabili e anziani siano proprio i meno richiesti dai ragazzi, in quanto esperienze poco ?spendibili? sul mercato del lavoro». Il rischio è dunque di creare una corsia privilegiata per gli enti, che poi non riusciranno a reclutare i volontari necessari a coprire le posizioni.


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