Non profit

Porta a Porta, edizione speciale

Porte che si aprono e porte che si chiudono. Così va la politica

di Maramao

“Saddam faccia le valigie, se vuole salvare l’Iraq”, ammonisce un ringalluzzito (dalla vittoria elettorale e dall’allargamento della Nato ad Est) George W. Bush. “Convertitevi all’Islam e fate i bagagli, abbandonando la terra araba o sarete sconfitti”, minaccia Osama Bin Laden, sbarbato (pare) e redivivo (pure). Anche in Italia, in compenso, nella pratica politica delle porte girevoli, non si scherza. I consiglieri di minoranza del cda Rai, Zanda e Donzelli, hanno già sbattuto la porta, un’altro – Staderini – è lì sull’uscio, indeciso se andare o restare. Gli operai della Fiat presidiano i cancelli (cioè, le porte) dei loro stabilimenti, ma la Fiat ha intenzione di sprangare per sempre le loro, di porte. Bossi minaccia di sbattere la porta e andarsene dal governo, se non verrà approvata la devolution, in compenso l’Ulivo ha finalmente deciso di scendere in piazza per cose diverse dalla legge Cirami o dalla questione giustizia (della quale però si discute piacevolmente, tutte le sere, a Porta a Porta). Noi ci auguriamo, invece, più modestamente, che ai no global ancora reclusi in galera per accuse un po’ troppo altisonanti vengano rimessi presto in libertà e dunque si schiudano le porte del carcere. Agli altri carcerati, invece, quelli che marciscono in galera per pene irrisorie e in condizioni infami, ci hanno pensato quelli di An, della Lega (e anche un po’ dei diesse) a chiudere definitivamente (e nonostante le parole del Papa) la porta in faccia.


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