Sostenibilità

Anche gli italiani studiano i cambiamenti climatici

Per la prima volta l'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia coordinerà i lavori del Circe, il progetto di ricerca europeo per lo studio dei cambiamenti climatici

di Redazione

Italiani in prima linea nella studio dei cambiamenti climatici. Per la prima volta un istituto di ricerca italiano, l’Ingv (Istituto nazionale di geofisice e Vulcanologia) coordinerà i lavori del Circe (Climate Change and Impact Research: the Mediterranean Environment), il progetto d ricerca europeo che studia impatti del cambiamento climatico sull’area mediterranea.

Antonio Navarra responsabile del progetto, e fisico dell’Ingv ha illustrato oggi a Bali le finalità di questo programma che si basa su modelli di dettaglio dell’evoluzione del clima del Mediterraneo e che sarà in grado di indicare le conseguenze del riscaldamento su tutta una serie di settori di vitale importanza civile ed economica: risorse idriche, sicurezza alimentare ed agricola, ecosistemi terrestri, zone costiere ed ecosistemi marini, insediamenti umani, energia e industria, assicurazioni ed altri servizi finanziari e salute.

Da questa nuova consapevolezza sarà possibile sviluppare a livello locale, azioni di adattamento e di difesa degli estremi climatici. Il Mediterraneo, dice Antonio Navarra, «è molto sensibile ai cambiamenti climatici perchè è una zona di cerniera tra la fascia tropicale (attualmente in espansione) e subpolare, dove i cambiamenti si stanno manifestando con una estremizzazione dei fenomeni atmosferici come per esempio il rapido scioglimento dei ghiacci montani, e il riscaldamento anomalo dei mari, pertanto e’ di fondamentale importanza fornire ai decisori politici le conoscenze accurate, oneste e affidabili per sviluppare azioni di adattamento».


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