Welfare
No global: gli scarcerati, non abbiamo abiurato nulla
Dionesalvi e Tallarico, scarcerati ieri dopo essere stati arrestati nel corso dell' operazione contro gli aderenti ai movimenti no global, parlano con i giornalisti
di Paul Ricard
”Non abbiamo abiurato nulla e non ci siamo ravveduti di nulla. Il fatto che abbiamo rifiutato la violenza come metodo di lotta politica, non significa che ci siamo dissociati dal movimento”: Claudio Dionesalvi e Gianfranco Tallarico, scarcerati ieri dopo essere stati arrestati nel corso dell’ operazione contro gli aderenti ai movimenti no global, parlano con i giornalisti nello studio di uno dei loro legali e appaiono ancora scossi per l’ esperienza subita in carcere. ”Forse hanno voluto scarcerarci – hanno aggiunto Dionesalvi e Tallarico – nel tentativo di dividerci. Ma questo non e’ accaduto ne’ accadra’ mai perche’ il movimento dei no global restera’ sempre unito e al suo interno non ci sono buoni e cattivi”.
”La violenza – hanno aggiunto Dionesalvi e Tallarico, che avevano a fianco i loro avvocati Giuseppe Mazzotta, Maurizio Nucci e Antonio Sorrentino – non e’ lo strumento adatto per affermare le proprie idee. Lo abbiamo detto al giudice perche’ siamo stati accusati di avere compiuto azioni violente che in realta’ non abbiamo mai commesso. In realta’ a Genova il movimento la violenza non l’ ha messa in atto, l’ ha solo subita. Chi a Genova ha resistito alle cariche delle forze dell’ ordine, lo ha fatto in nome del rispetto della dignita’ umana”. Tallarico e Dionesalvi hanno parlato anche della ”rete del sud ribelle”, precisando di non avervi mai aderito. ”Ma questo lo diciamo – hanno detto – non perche’ temiamo di affermarlo ma perche’ e’ la realta’ dei fatti. In ogni caso la ‘rete’ e’ un’ esperienza pacifica, democratica, civile e aperta che e’ stata costituita in forma pubblica. Non ci meraviglia che in questo clima di inquisizione tornino a galla termini come abiura. Si tratta comunque di un fatto grave perche’ l’ abiura e’ un retaggio del medioevo che non puo’ appartenere alla societa’ civile. Qualcuno si ostina a utilizzare le nostre parole secondo le sue finalita”’. Un riferimento e’ stato fatto poi a Francesco Caruso, definito da Dionesalvi e Tallarico ”una persona eccezionale. Francesco ha fatto bene ad ammettere la sua adesione alla ‘rete’ perche’ e’ colpevole soltanto delle sue idee, che noi condividiamo in pieno, e non ha nulla da temere. L’ abbiamo conosciuto soltanto in carcere, perche’ non lo avevamo mai visto, ma questo ci e’ bastato per renderci conto della sua intelligenza e delle sue capacita’. Sapere che adesso si trova in carcere e’ un’ offesa per tutti gli uomini liberi”. Dionesalvi e Tallarico hanno definito la loro detenzione ”un’ esperienza terribile”, ma hanno ringraziato i magistrati ”perche’ ci hanno dato la possibilita’ – hanno spiegato – di conoscere in carcere una parte di umanita’ meravigliosa. I detenuti ci hanno riservato un affetto e un senso di fratellanza incredibili che all’ esterno non esiste. Ci hanno trattato come fratelli, ci hanno vestito, dato da mangiare e da bere. Abbiamo potuto renderci conto che il mondo del carcere e’ composto da persone eccezionali”. Infine un pensiero alle altre persone arrestate nel corso dell’ operazione e che sono ancora detenute: ”Non siete soli – hanno detto Dionesalvi e Tallarico – e noi fin da questo momento continueremo a lottare per dimostrare la vostra innocenza. Siamo certi che presto sarete fuori anche voi”.
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