Famiglia

Coop-Esselunga litigano, ma in fondo si piacciono

Tante le analogie fra due modelli di successo

di Christian Benna

Si fregano le mani i francesi di Carrefour e Auchan, rispettivamente numero 2 e numero 15 nella classifica dei giganti mondiali della grande distribuzione organizzata, da qualche anno in pole position anche in Italia.
Lo spettacolo è ghiotto, di quelli da non perdere. Perché Esselunga e Coop Italia se le danno di santa ragione. Una scazzottata verbale a colpi di denunce (concorrenza sleale), richieste risarcimento danni (300 milioni), ricorsi a Bruxelles contro le agevolazioni fiscali, accuse e contro accuse di monopolio. La guerra dei prezzi continua a tutto campo, in un batti e ribatti che si consuma tra conferenze stampa, comunicati al veleno e promesse di incontri chiarificatori solo nelle aule giudiziarie.

Ma intanto, mentre ?destra e sinistra? si azzuffano nel carrello, si spalancano le porte alla concorrenza straniera. Almeno la vede così Pier Luigi Angeli di Federconsumo, l?associazione di Confcooperative che raccoglie le aziende di consumo e distribuzione di stazza media, come Sigma e Crai. «Su buona parte dell? industria alimentare italiana già batte bandiera transalpina», dice Pier Luigi Angeli, «ora, se Caprotti venderà all?estero, rischiamo di perdere un altro pezzo di economia tricolore. E allora addio alla tutela dei prodotti del territorio. Questo genere di liti non fa bene al Paese e al suo sistema imprenditoriale. In Francia l?hanno capito da tempo, e hanno creato una filiera forte e compatta, dal campo agricolo all?impresa, fino alla grande distribuzione».

E poi aggiunge: «Gli effetti di queste politiche li osserviamo ogni giorno in Italia, dove associazioni di categoria come Federdistribuzione difendono gli interessi della gdo d?Oltralpe. Avanti così le multinazionali estere si mangeranno in un solo boccone il mercato italiano. Peccato, perché i due modelli, Esselunga e Coop, non sono poi così lontani».
Esselunga e Coop gemelli diversi? Forse, almeno sotto il profilo dell?attenzione alla qualità e del radicamento sul territorio.
Tanto che Aldo Soldi, presidente di Anc Coop, non ha mai nascosta la sua stima per l?azienda di Bernardo Caprotti. «Non c?è nessun complotto nei confronti di Esselunga, nessun attacco, ma casomai apprezzamenti e un conseguente interesse per l?azienda da parte di Coop», ha detto Soldi. «Non ho attaccato Esselunga, ne ho sempre parlato bene anche perché un?azienda sgangherata non ci interessa»

E poi ha aggiunto: «Noi non ci riteniamo migliori degli altri, siamo diversi», ha detto ribadendo il carattere sociale dell?impresa cooperativa. « Si deve accettare il pluralismo di impresa come una regola del mercato, come un bene per il mercato, per il consumatore. Quando Caprotti fa il suo mestiere, c?è una bella competizione ed è un bene per il consumatore; quando la butta in politica, quando scrive un libro, non serve al consumatore ma serve solo a lui».


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