Politica

Cooperazione, una vergogna quegli impegni traditi

La vice ministro Patrizia Sentinelli lancia un avvertimento

di Redazione

Alla Farnesina si respira l?aria tesa che precede un temporale. Le previsioni parlano anzi di una vera e propria tempesta, che scoppierà all?indomani del 29 settembre, giorno in cui il governo ha fissato la presentazione del disegno di legge Finanziaria 2008. Ma qualche fulmine parte in anticipo dall?ufficio di Patrizia Sentinelli, viceministra per gli Affari esteri con delega alla cooperazione internazionale.
Vita: Nel Dpef, il documento di programmazione economico-finanziaria, il governo aveva dichiarato l?impegno di destinare nel 2008 lo 0,33% del Pil all?aiuto pubblico allo sviluppo. Che fine farà questa promessa?

Patrizia Sentinelli: Se la Finanziaria dovesse disattendere questa promessa la situazione sarebbe gravissima. Lo dico in modo netto e assolutamente convinto. Lo dico anche in previsione del fatto che dalle notizie che circolano negli ambienti del ministero delle Finanze e dai rapporti tecnici che si sono avuti tra i due ministeri (quello dell?Economia e delle Finanze, Mef, e quello per gli Affari esteri, Mae) questo impegno non dovrebbe essere confermato.

Vita: Cosa prevedeva il Dpef?
Sentinelli: Faceva espresso riferimento allo 0,33 del Pil e disponeva anche quante risorse bisognava destinare all?aiuto allo sviluppo nel 2008: oltre un miliardo per quanto riguarda i fondi di competenza del ministero per gli Affari esteri e una parte consistente, quasi 4 miliardi di competenza del ministero dell?Economia e delle finanze. Tutto questo non si verificherà, anzi dalle notizie che circolano siamo molto lontani da quanto annunciato. Ciò significherebbe condannare l?Italia a non rispettare gli impegni internazionali. E allora io mi chiedo: come possiamo sedere ancora al tavolo della comunità internazionale, chiedendo rispetto e continuando a esercitare il nostro ruolo senza che questi impegni vengano adempiuti? Perché ci sono degli impegni internazionali che vanno rispettati a tutti i costi, mentre quando si parla di aiuto pubblico allo sviluppo non è così?

Vita: Che posizione prenderà se si dovesse verificare queste previsioni?
Sentinelli: Non parteciperò più ad alcun incontro di governo a livello internazionale. Non sarà più possibile, perché sarebbe davvero una vergogna: anziché parlare di contributo dell?Italia alla cooperazione allo sviluppo si tratterebbe solo di ?turismo politico?.

Vita: Sta dicendo che si dimetterà?
Sentinelli: Penso che in questo momento si tratti di lavorare per cambiare la cooperazione e quindi non sto parlando di dimissioni. Sto parlando di uno strappo forte e di una denuncia: a livello internazionale dovranno sapere che l?Italia non ha deliberato le somme promesse e io non sono più disposta a far finta di parlare di Sud del mondo e di cooperazione senza mettere i fondi sufficienti.

Vita: «Si è lontani dalla percentuale dello 0,33 indicata nel Dpef», diceva. Quanto lontani?
Sentinelli: Se sarà confermato che le somme saranno pari a quelle dell?anno scorso, si tratta dello 0,20. Mi pare quindi che, punto più punto meno, si è lontani mille miglia.

Vita: La riforma della legge 49 sulla cooperazione internazionale approvata dal Consiglio dei ministri prevedeva la creazione di un fondo unico per l?aiuto allo sviluppo, e quindi di unificare le risorse che ora sono divise fra Mae e Mef. Ma alcune organizzazioni non governative dicono che c?è stata una modifica nel testo che farebbe venire meno questa ipotesi. Lo conferma?
Sentinelli: Penso che il fondo unico ci debba essere assolutamente. Anzi, è necessario accelerare i tempi: non prendere questo provvedimento da un lato e non far nascere l?Agenzia per la cooperazione dall?altro significa stare fermi, mentre gli altri Paesi corrono a mettere in regola le loro strutture per la cooperazione. In Italia lavoriamo ancora con le risorse per l?aiuto allo sviluppo gestite in parte dal Mae e in parte dal Mef. Uno dei punti che garantirebbe la coerenza e l?unitarietà della cooperazione sarebbe proprio la creazione di un unico fondo e il coordinamento delle varie branche dell?amministrazione, ma ci vuole un?innovazione rispetto alla legge vigente.

Vita: Le ong hanno chiesto di applicare alle risorse destinate agli interventi di emergenza la cosiddetta ?contabilità fuori bilancio?, che permetterebbe di velocizzare le procedure…
Sentinelli: Questa riforma deve definirla il parlamento, non il governo, perché è una situazione troppo delicata.
Vita: Tempi previsti per l?approvazione della riforma della cooperazione?
Sentinelli: Entro l?anno la discussione al Senato con i lavori nel comitato ristretto dovrebbe arrivare alla definizione conclusiva. Speriamo che i primi mesi dell?anno prossimo possa partire la discussione alla Camera.


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