Francesco Rutelli ha sollevato il caso della devastazione edilizia del paesaggio italiano. «Ci vorrebbero più architetti e meno geometri», ha concluso. Dalle colonne del Corriere gli ha risposto Alberto Arbasino, ribaltando la tesi. È colpa della supponenza degli architetti se l?Italia è finita nelle mani dei geometri. Sono loro che, arbitrariamente, snobbano le esigenze elementari della vivibilità e così i committenti, appena possono, li scansano. Arbasino, habitué delle sale teatrali, cita il caso dell?Auditorium romano, dal quale Renzo Piano ha fatto sparire il foyer, luogo insostituibile di socializzazione tra appassionati. E lo stesso Piano è stato rifiutato da un committente per aver progettato case con stanze a triangolo. Un po? di umiltà farebbe bene a tutti.
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