Getta acqua sul fuoco Alain Elkann, presidente della Fondazione CittàItalia. Che il ministero dei Beni culturali promuova una onlus e una raccolta fondi (potenzialmente concorrente di quelle fatte da soggetti privati e di terzo settore) non lo preoccupa. Anzi: «Più iniziative vuol dire maggiore pluralità. È un bene che si coinvolgano i cittadini. Il ministero dei Beni culturali sta facendo un?iniziativa di prim?ordine», dice a Vita Elkann, che aggiunge: «Se in qualche modo anche CittàItalia potrà essere d?aiuto, siamo pronti».
Vita: Auspica quindi una partecipazione alle prossime edizioni di Maratonarte?
Alain Elkann: Credo che tutto ciò che onestamente e con passione serve a mantenere e sviluppare il nostro patrimonio artistico, culturale e turistico, sia sempre molto importante. Io sono anche presidente della Fondazione del Museo egizio e constato che anche a Torino la pluralità ha funzionato. Abbiamo avuto ottimi risultati in termini scientifici, di crescita dei visitatori e di immagine. Occuparsi dei propri beni culturali è segno di civiltà. Bisogna che gli italiani quando possono, nel piccolo come nel grande, si rendano conto delle responsabilità che hanno. Il ministro Rutelli, i sindaci di Torino, di Roma e di tante altre città, come i politici regionali sono molto attivi in questo senso.
Vita: Non è quindi opportuno parlare di concorrenza?
Elkann: Nel mio modo di pensare, ognuno cerca di fare il meglio. E questo può significare pluralità ma non concorrenza spietata. Sono tutte persone benevole che, chi in un modo chi in un altro, cercano di occuparsi di questo patrimonio che è anche dell?umanità. In un Paese come l?Italia più iniziative si promuovono meglio è; più il ministero dà impulso a iniziative che portino denaro ai beni culturali o stimolino l?attenzione dei cittadini, meglio è.
Vita: La società civile può fare molto?
Elkann: Perché queste cose funzionino ci vuole un tessuto complesso. Le faccio l?esempio di Torino, dove tutti – dalla società civile ai poteri locali, dalle banche ai cittadini – fanno sistema. E quando funziona il sistema, ognuno cerca di far andare al meglio ciò di cui è responsabile. Generalmente l?Italia è fatta di individualismi, consiglio il più possibile di imparare a costruire sistema. Occorre lavorare insieme in uno spirito di sinergia e di apertura.
Vita: Intanto CittàItalia ha riscosso un buon successo con la mostra L?arte di amare l?arte?
Elkann: Siamo riusciti a recuperare i fondi per il restauro della Didone del Guercino. Sono molto contento. Mi piace questa immediatezza: attraverso la vendita di quadri di autori contemporanei si trovano i denari per restaurare un?opera antica che ne ha bisogno. CittàItalia ha un po? questa funzione di pompiere dell?arte. Mi piacerà vedere altre aste in altri posti, sempre impostate con questo criterio: si chiederà ai cittadini di partecipare al conseguimento di uno scopo preciso. Non è che uno dà dei denari a CittàItalia che poi si occupa di fare dei restauri. Comprando dell?arte un collezionista fa del bene ad altra arte, oltre che a se stesso. È anche un insegnamento al cittadino a prendersi la responsabilità delle cose?
Vita: Questa la nuova strategia della fondazione?
Elkann: Contiamo di organizzare eventi di tipo diverso – aste, concerti, spettacoli, avvenimenti – da svolgersi nei luoghi medesimi in cui dovrà poi svolgersi l?intervento di restauro. C?è bisogno di un restauro per esempio a Ferrara? Beh, organizziamo un concerto a Ferrara. Coinvolgeremo così gli artisti, che danno qualcosa di sé, ma soprattutto la città e i cittadini che hanno pagato qualcosa, o comprando un quadro o partecipando a un concerto, sapendo che questi denari andranno per una cosa molto tangibile all?interno della città dove vivono.
Vita: È anche un segnale di trasparenza?
Elkann: Che promuove l?educazione civica del cittadino, spingendolo ad assumersi la responsabilità di quello che c?è nella sua città. È evidente che se uno deve restaurare il Castello Sforzesco di Milano, non ci riesce vendendo 20 quadri. È ovvio che lo Stato, i poteri locali, le sovrintendenze hanno un ruolo centrale in tutto questo ed è molto importante che l?abbiano. Se poi li si può aiutare in piccoli o grandi sforzi specifici,questo è un segno di educazione civica importante. Ed è giusto che gli italiani che hanno il maggiore patrimonio dell?umanità si abituino anche a sforzi individuali e a responsabilità individuali e dirette sul bene culturale. Del resto non si può pensare che lo Stato faccia tutto da solo: è talmente grande l?onere che forse lo Stato può anche essere aiutato dal cittadino in un coinvolgimento diretto.
Vita: Da qui la valutazione positiva di Maratonarte?
Elkann: Più iniziative vuol dire maggiore pluralità. È un bene che si coinvolgano i cittadini. Il ministero dei Beni culturali sta facendo un?iniziativa di prim?ordine. Ripeto, se in qualche modo anche CittàItalia potrà essere d?aiuto, siamo pronti.
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