Formazione

San Dionigi, chi fa e chi disfa

Lo sgombero del campo alla periferia di Milano ripropone la questione rom

di Redazione

Mercoledì 5 settembre il Comune di Milano ha ordinato lo sgombero del campo rom di via San Dionigi, alla periferia sud della città. Da nove anni ci vivevano 250 persone, provenienti quasi tutte da un unico villaggio della Romania, Tintareni. Alcune sono rientrate in Romania durante l?estate, visto che lo sgombero era nell?aria. È rimasto chi in Romania non ha nulla e chi ha fatto la scelta precisa di vivere in Italia: 55 uomini, ospitati provvisoriamente alla Casa della Carità di don Virginio Colmegna, e 70 tra donne e bambini, sistemati presso il dormitorio di via Ortles. Il Comune paga vitto e alloggio fino a venerdì 21 settembre: a martedì 18 (giorno in cui Vita va in stampa) nessuno sa che cosa accadrà dopo questa data.

Il campo di via San Dionigi era illegale, nel senso che non era autorizzato dal Comune, ma era un piccolo esempio di inclusione possibile. Ci lavoravano dal 2004 tre donne dell?Ordo Virginum, consacrate che vivono come i laici: suor Ancilla, suor Gloria e suor Lucrezia, insieme a una ventina di volontari. Abitano nei pressi del campo, nella cascina vicino all?antica chiesetta di Noceto. C?è una ristrutturazione in corso, l?idea è di ricavare quattro monolocali e due piccoli appartamenti per accogliere famiglie in difficoltà. È Gloria, geologa e giornalista, a raccontarci la loro storia. Lo stile che hanno scelto è quello del nascondimento, di un centro che pian piano bonifica lo spazio che ha attorno. Nocetum infatti nella zona 4 la conoscono tutti, nel resto della città pochi. Piccoli miracoli, frutto di forti relazioni personali curate e coltivate nel tempo: il pane per le 49 famiglie del campo, dall?incendio del 2005 ad oggi, lo ha portato un panettiere egiziano musulmano che ha il forno lì vicino.

L?associazione Nocetum ha puntato tutto sull?educazione, la sanità, la formazione delle donne: già nel 2005 tutti i 59 bambini del campo erano iscritti alle scuole della zona. E anche oggi, dopo lo sgombero, in queste condizioni di precarietà e di assoluta incertezza, tutti i bambini vanno in classe. Casa della Carità e Comunità nuova di don Gino Rigoldi hanno presentato tre progetti di accompagnamento dei rom. La prima ha contribuito con 50 mila euro alla costituzione del capitale sociale di una cooperativa che lavorerà a Milano nel recupero di bancali. Comunità Nuova punta sulla Romania, dove nasceranno una fabbrica di mattoni e un vivaio. Lo slogan è lo stesso della Lega, «aiutiamoli a casa loro», ma don Gino se ne distingue con «un accompagnamento, un progetto, un ragionamento anziché una scelta obbligata».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA