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Ragazzi fidatevi, con trottola e lippa ci si diverte di pi

Rubrica: Onlus sotto la lente

di Redazione

Con i giochi contenuti in una scatola di scarpe si possono fare giocare 300 bambini. Questa la filosofia con cui l?Accademia del Gioco dimenticato recupera i giochi più antichi per educare e animare i ragazzi di mezza Italia.
«La nostra associazione ha l?obiettivo di insegnare ai bambini, ma in realtà soprattutto ai genitori e agli operatori dei centri estivi, i giochi praticati negli anni 50, che non costano quasi nulla, creano un deterrente contro il fenomeno del bullismo, invogliano i ragazzi a praticare attività in movimento, contrastando anche l?avanzare dell?obesità infantile, infine stimolano la creatività e la manualità, ora pressoché assente nel 60% dei bambini». Si introduce così Giorgio Reali, fondatore dell?Accademia del Gioco dimenticato, ?giocologo? e istruttore di scuola guida in borghese. L?associazione non riesce ad avere dipendenti veri e propri, ma permette a circa venti volontari di sperimentare decine di antichi giochi su un pubblico di centinaia di bambini dislocati in tutta Italia (il 70% però è al Nord), sia durante le ore scolastiche sia nelle fiere e nelle feste di compleanno.

Nonostante impieghi il suo personale solo a livello part time e le molte attività (vedi la collaborazione con Libera e l?impegno sull?handicap), il bilancio dell?associazione è in attivo, a costo di molti sacrifici. «Considerando che metà del fatturato viene speso in rimborsi per i volontari, benzina, trasferte, gestione della sede (l?affitto degli spazi alla Fabbrica del Vapore assorbe un quarto del bilancio) e materiali di consumo (colla, colori, legno, biglie….), riusciamo a mantenerci, ma non possiamo permetterci un furgone nostro. Giro con due troller dove infilo 35 giochi», racconta.

Le scuole sono attualmente il bacino più ampio per lo svolgimento di questo tipo di attività educative, un vero e proprio mercato, oggi sempre più affollato e competitivo. «Quando ho iniziato (20 anni fa) eravamo in pochi, ora è pazzesco quante proposte ricevono le scuole, quindi o hai l?appoggio di chi ti apprezza, o conosci qualcuno. Il settore del gioco creativo è però in piena valorizzazione, per antitesi ai videogames. Io ho la fortuna di aver scritto un libro che ha venduto 30mila copie (Il Giardino dei giochi dimenticati) che mi garantisce almeno 30 incarichi all?anno, un terzo del nostro fatturato, ma per il resto bisogna darsi da fare, cercando il lavoro attraverso internet o le fiere».

Un?indicazione significativa per i giovani che vogliono operare nel settore, a cui non può bastare saper far giocare i bambini per sostenere economicamente l?attività, quando fondamentale è la capacità di stabilire relazioni efficaci e la fiducia di chi può fornire opportunità di lavoro. A proposito di opportunità, il 19 settembre al Paolo Pini bar Olinda Jodok di Milano si potrà incontrare l?Accademia del Gioco dimenticato che, in occasione della manifestazione Leggere con Lentezza, presenterà quattro libri sull?handicap, grazie al coinvolgimento di Accacross, una sezione dell?associazione che si occupa del delicato tema dell?inserimento di persone con handicap in attività di animazione. Angelo Manganello


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