Politica

Militanti addio, arrivano i volontari della post politica

Viaggio fra gli attivisti di partiti e movimenti

di Maurizio Regosa

Il loro posto, nell?universo del volontariato, è sempre stato un po? speciale. Non proprio dentro i partiti ma molto simpatizzanti. Non proprio dentro le parrocchie, ma molto vicini. Parliamo di quei (moltissimi) volenterosi che hanno animato e continuano a far vivere i tanti appuntamenti politici o parapolitici che punteggiano da sempre ogni estate del Belpaese. Non solo quelli delle ?gloriose? feste dell?Unità, ma anche quelli del Meeting di Rimini, della festa di Rifondazione, degli appuntamenti ecologisti di Legambiente, dell?Agorà di Loreto (dove mille volontari, fra i 18 e i 35 anni, hanno accolto i giovani pellegrini sabato 1 e domenica 2 settembre).

Cenerentole lavapiatti
Appuntamenti che ovviamente non accadono per magia, ma che sono possibili grazie ad autentiche ?macchine organizzative? di cui i volontari sono spesso il sale, il pepe, l?insalata, l?olio? Perché spesso fanno proprio di tutto: allestiscono gli stand, accolgono i visitatori, cucinano, servono ai tavoli, sparecchiano? E passata la festa, accettano di buon grado il loro destino da Cenerentola che asciuga l?ultima stoviglia, e rientra a casa senza far rumore. E tanto meno senza rilasciare dichiarazioni. Già perché le loro impressioni sono sotto gli occhi di tutti, sintetizzate dalla continuità di un impegno che – nonostante e forse proprio alla faccia dell?antipolitica – non accenna a diminuire.

In crescita, i volontari delle Feste dell?Unità e quelli dei due eventi di Legambiente (circa 260 quest?anno); in aumento quelli di Rimini, dove si continuano a registrare record (quest?anno più 200 volontari rispetto al 2006). «Il trend della partecipazione ci risulta costante e caratterizzato dal segno positivo», fa sapere l?ufficio stampa del Meeting, «quest?anno abbiamo superato quota 3.200. Frutto anche del lavoro preparatorio fatto normalmente in primavera e che coinvolge le persone disponibili a darsi da fare per l?appuntamento successivo».

Mancano solo le idee
E non sembra rilevante che il Meeting non sia organizzato da nessun partito e preferisca ?giocarsi? i suoi contenuti anche politici in grande libertà. Tant?è che se guardiamo in casa della festa ?partitica? per eccellenza, quella dell?Unità, scorgiamo qualcosa di simile. Ovvero un numero di eventi che non smette di lievitare (4.500 in tutto il territorio) sostenuti da volontari in continua crescita: nel 2007 circa 350mila persone. Che non sono – e questa è forse la novità maggiore – militanti (gli iscritti rappresentano appena il 50%). Sono persone che hanno voglia di dare una mano, come conferma Lino Paganelli, responsabile nazionale Ds delle Feste dell?Unità: «Le Feste sono occasioni di aggregazione.

Eventi in cui ciascuno può esprimere la propria dose di protagonismo». Una tesi confermata da Giuseppe Boschieri, volontario alla festa nazionale dell?Unità (in programma fino al 17 settembre) che però è un simpatizzante leghista (vedi intervista nel box). E tale convergenza di opinione è assai rivelatrice: suggerisce che qualcosa nel dna di queste manifestazioni sta cambiando. Giacché, spiega ancora Paganelli, «non è detto che chi lavora a una festa voti dalla nostra parte. Ed è un peccato non avere più idee per nuovi eventi: sono sicuro che se riuscissimo a progettare nuovi appuntamenti continueremmo ad avere il sostegno dei volontari. Altro che crisi?».
Ma se le cose stanno così, che fine ha fatto la vecchia e cara militanza? E quanto conta il sentimento d?appartenenza? Non è che questa esperienza, saltando a piè pari l?antipolitica come fenomeno che comunque continua a riferirsi ai partiti (anche se per contrastarli), stia lanciando nuovi segnali? Che cioè la dimensione partitica non è più prioritaria, che ha maggior valore lo stare insieme per realizzare un obiettivo condiviso, che questo protagonismo sociale saluta con un bel bye bye partiti e ideologie e fa nascere il volontario post politico?

Comunisti in calo
È solo un?ipotesi, e va detto che non tutti sono d?accordo. Non lo è per esempio Fabio Sebastiani, responsabile della festa di Rifondazione comunista Essere comunisti, secondo cui «il significato aggregativo delle feste non è una novità. Almeno nella provincia. Noi registriamo un calo di volontari. Non sono più i tempi delle mitiche feste dell?Unità. Ma non collegherei la diminuzione della partecipazione con il superamento della politica. In eventi di questo tipo la politica è sempre stata ospite».


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