Welfare
La fabbrica dove l’operaio la fa da padrone
Il caso. Così è risorta una storica azienda a nord di Milano
Bollate periferia nord di Milano. C?è via vai ai cancelli della Syntess, azienda unica in Italia. Perché chi varca quei cancelli ogni mattina ha una doppia veste: è operaio, ma è anche padrone. Questi i fatti: nel 2005 la proprietà della Timavo decide di chiudere lo storico stabilimento dove si tingono i tessuti in ben 15mila colori e sfumature. Gli ottanta operai non ci stanno: la maggior parte ha 50 anni e alla Timavo è entrata magari sedicenne. Qui hanno imparato un mestiere che è diventato parte di loro. Non sono più i dorati anni 80, quando erano in 300 e si faceva fatica a star dietro alle commesse italiane ed estere. Oggi la musica è diversa. Il settore è in crisi e la concorrenza cinese, con la sua mano d?opera a basso costo, si è fatta spietata.
«Abbiamo convinto un dirigente in pensione ad aiutarci: non volevamo perdere il posto ed eravamo convinti che fosse possibile continuare l?attività», racconta Paolo Castellano, responsabile area risorse umane. «Sono cominciati i contatti con gli enti pubblici. Alla fine siamo riusciti ad aver dalla Provincia 200mila euro che anziché servire a mettere in mobilità i lavoratori abbiamo usato per creare una nuova ditta gestita dagli stessi dipendenti». Nel marzo 2006 nasce così la Syntess, con in cassa i 200mila euro della Provincia di Milano e i soldi provenienti dall?autotassazione dei dipendenti che con parte della 14esima hanno contribuito a costituire il capitale sociale.
Se già il fatto che i dipendenti abbiano rilevato la propria fabbrica fa notizia, nel caso della Syntess la novità è che si tratta di una srl-società a responsabilità limitata, e non di una cooperativa, sostenuta da una rete attivata dalle istituzioni territoriali. «Nulla di contrario alle forme cooperative. Ma la chiusura della Timavo aveva avuto una forte eco e dovevamo riconquistare i nostri clienti. Adottando la forma giuridica di srl davamo continuità non solo ad un?attività, ma alle modalità in cui questa si esprimeva fino a qualche mese prima».
Oggi i soci sono 62, erano 82 il primo anno. Nel frattempo qualcuno è andato in pensione o ha trovato un altro lavoro. Senza però aver vissuto il trauma della mobilità o del licenziamento per cessazione dell?attività produttiva . Nel primo anno di attività i conti fanno ben sperare: il fatturato 2006 è stato di circa 3milioni di euro, con cui si sono pagati gli stipendi e i canoni di locazione delle strutture e dei macchinari alla proprietà dell?ex Timavo.
E intanto si pensa al futuro. «In autunno», annuncia Castellano, «nascerà una centrale termica di co-generazione che servirà a soddisfare le nostre esigenze energetiche e che potrà fornire energia anche al comune di Bollate. La centrale è costruita dalla società Tesi che è entrata in Syntess come socio di maggioranza. è stata una scelta obbligata che ci permette di rimanere sul mercato ancora in flessione. Ma è una decisione in sintonia con la nostra idea d?impresa ad impatto ecocompatibile. La centrale di co-generazione ci permetterà un risparmio e allo stesso tempo la riduzione delle emissioni dannose per l?ambiente».
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