Famiglia

Gli enti all’offensiva. L’adozione non abbia prezzo

Due emendamenti in Finanziaria

di Sara De Carli

Il diritto a essere figli? Vale solo se ti capita la fortuna di incrociare una famiglia che può sborsare 15mila euro per pagare le spese dell?adozione internazionale. Altrimenti no. E allora vuol dire che l?adozione lo Stato la vede ancora non come uno strumento di cooperazione internazionale, che dà una famiglia a un bambino che non ce l?ha e che ha diritto di averla, ma come una strada per trovare più facilmente un figlio per una coppia che non ne ha. Ecco perché in questi giorni c?è una vera e propria mobilitazione popolare, nel mondo delle famiglie adottive e non solo, per chiedere la gratuità dell?adozione internazionale. Ovvero per equiparare l?adozione internazionale a tutte le altre forme di genitorialità, adozione nazionale inclusa.

AiBi è il capocordata di una campagna che si chiama L?adozione non ha prezzo. Lanciata l?11 ottobre, in una settimana ha raccolto 4.134 firme e l?adesione di 20 tra enti autorizzati alle adozioni e associazioni famigliari. Le firme accompagnano e sostengono gli emendamenti presentati alla Finanziaria 2008, in discussione alla Commissione Bilancio del Senato. Li hanno presentati, in maniera bipartisan, Anna Maria Serafini (Ulivo), Luca Marconi (Udc), Francesco Storace (Ld) e Amedeo Ciccanti (Udc). «Mi preme far capire che non si tratta di difendere il diritto delle coppie ad avere un figlio gratis, ma quello del bambino ad avere una famiglia», spiega Marco Griffini, il presidente di AiBi. «Non sappiamo come finirà, certo la cifra non è esorbitante, servirebbe una copertura di 35 milioni di euro. Abbiamo lanciato un appello ai tanti senatori che sono genitori adottivi». Nell?emendamento proposto da AiBi si chiede di detrarre dall?imposta lorda il 100% delle spese relative alla procedura adottiva, purché documentate dall?ente. Le spese per il viaggio e l?alloggio nel Paese straniero continuano ad essere deducibili al 50%.

Titolo in inglese invece per la campagna del Cea – Coordinamento enti autorizzati: No price for children. Anche qui tre senatori sono scesi in campo, sottoscrivendo il medesimo emendamento alla Finanziaria: Gianfranco Morgando (Ulivo), Giorgio Tonini (Autonomie), Nuccio Iovine (Sinistra Democratica). Lo sostengono 28 associazioni famigliari più Anpas ed Acli e il sito, nei suoi primi giorni di vita, ha registrato 6.561 adesioni.
Le spese per l?adozione, qui, sono tutte detraibili al 100%, viaggio e alloggio incluso, e sono documentate dalla famiglia stessa attraverso autocertificazione. Il Fondo per il sostegno delle adozioni internazionali, che oggi rimborsa le spese sostenute dai genitori e che nella proposta di AiBi esce di scena, qui cambia destinazione: servirà a sostenere interventi di cooperazione internazionale messi in atto dagli enti stessi, nella logica dell?adozione internazionale come tassello della politica estera. È prevista una dotazione di 10 milioni di euro più l?equiparazione degli operatori espatriati degli enti autorizzati ai cooperanti.

«Sappiamo che su questa parte ci sarà più discussione, mentre sul principio della gratuità dell?adozione i politici che abbiamo interpellato ci hanno molto rassicurato», spiega Stefano Bernardi, presidente dell?associazione Enzo B., «però ci sembrava fondamentale tenere insieme le due facce della medaglia ed evitare di abbassare il tiro. Oggi troppo spesso lavoriamo nell?assenza di presenza dello Stato italiano all?estero».
Nessun antagonismo tra le due proposte, che infatti nella presentazione usano praticamente le stesse parole. «Siamo partiti da un interesse comune», dice Bernardi. «Usare un linguaggio simile è anche un messaggio alla politica, per dire che su quella parte non siamo disposti a mettere in discussione nulla. A Griffini chiedo perché non è andato fino in fondo». Ma Griffini difende la sua strada: «Non è solo la cosa più realistica, ma anche la più onesta: non vedo perché lo Stato si dovrebbe sobbarcare i costi di soggiorni in hotel a cinque stelle e voli in business class».


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