Cultura
La vostra scommessa è anche la nostra
Il dopo Bregantini. Parla Paolo Tarchi, responsabile lavoro della Cei
Il direttore dell?Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro della Cei e responsabile del progetto Policoro: «Conosciamo bene le sfide di fronte alle quale ogni giorno gli amici di Goel si trovano e credo che proprio questa rete nazionale sia per loro occasione di maggiore serenità»
«Gli amici del Goel sono a noi molto cari e possono stare tranquilli. Non ci sono cambiamenti di rotta all?orizzonte». Così risponde monsignor Paolo Tarchi, direttore dell?Ufficio nazionale per i problemi sociali ed il lavoro della Cei, all?Appello per la Locride lanciato dai cooperatori calabresi sulle pagine del nostro settimanale, dopo che è giunta la notizia del trasferimento di monsignor Bregantini. Un segnale di solidarietà che si aggiunge al sostegno venuto da un?altra storica sigla del mondo cattolico, le Misericordie, per bocca del neo presidente Gabriele Brunini.
Vita: Quale rassicurazione si sente di dare la Chiesa alle cooperative che, senza Bregantini, si sentono più sole?
Tarchi: Io posso parlare anche come responsabile del progetto Policoro. Con il consorzio Goel ci lavoriamo fin dal suo nascere. Non vedo in questo momento nessun cambiamento rispetto a quello che si è realizzato da dodici anni a questa parte. C?è una perfetta continuità con quello che abbiamo fatto e speriamo che questa collaborazione prosegua, in ordine alla formazione ma anche nella realizzazione di gesti concreti. Noi contiamo di sostenerlo come abbiamo fatto fino ad ora. Non sta cambiando niente?
Vita: Insomma, i cooperatori non devono sentirsi abbandonati…
Tarchi: Gli amici del consorzio sono a noi molto cari, lo sono stati in passato ma continueranno a esserlo nel futuro. Con loro abbiamo collaborato. Conosciamo bene le sfide di fronte alle quale ogni giorno essi si trovano e credo che proprio questa rete nazionale sia per loro occasione di maggiore serenità. Anche di fronte alle difficoltà che sono sempre dietro l?angolo.
Vita: La sua risposta farà piacere a Goel, che però si sente «più vulnerabile»?
Tarchi: Quando una persona per un motivo o un altro lascia un ambiente, viene trasferita, c?è sempre da ricreare gli equilibri. Ed io spero che sia solo un problema di equilibri da ricreare. In un quadro di riconferma della collaborazione che sarà ancor più convinta.
Vita: Policoro ha voluto anche dire collaborazione Nord/Sud.
Tarchi: In questo senso abbiamo vissuto una esperienza molto significativa, soprattutto grazie al progetto Tangram nato all?interno di Policoro, fra l?altro sostenuto dalla Fondazione Cariplo. Tangram ha reso possibile uno scambio molto efficiente ed efficace fra consorzi della Lombardia, della Campania e della Basilicata. L?esperienza del Goel è legata più al Trentino, ma il meccanismo non cambia. Conosciamo bene come queste reti nazionali siano davvero opportunità per l?una e l?altra parte. Non solo per i consorzi del Sud.
Vita: Quelli del Nord cosa portano a casa da queste esperienze?
Tarchi: La dinamicità, la freschezza, la voglia di fare che trovano soprattutto nei giovani del Sud. Dall?altra parte mettono a disposizione conoscenze importanti che chi inizia un percorso nel mondo della cooperazione a volte non ha. E che grazie a questi scambi può beneficiare delle esperienze consolidate soprattutto a Nord.
Vita: La cooperazione è anche un mezzo per creare posti di lavoro…
Tarchi: La cooperazione ha un valore aggiunto soprattutto nei luoghi dove la fiducia reciproca è debole, al di là del rapporto di famiglia. La scommessa sulla fiducia e sulla cooperazione a Sud acquista veramente un valore incalcolabile, capace anche di cambiare una cultura e una mentalità.
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