Non profit

La sussidiarietà “parola malata”? Caro Cofferati, ecco perché sbagli

Camera con vista tratta questa settimana il tema della sussidiarietà.

di Livia Turco

In un?intervista su La Stampa, sulla politica dell?Ulivo, Sergio Cofferati afferma che la sussidiarietà «sta diventando una parola malata come riformismo». Sussidiarietà parola malata? Non lo credo, ritengo, all?opposto, che la cultura e la pratica politica contenute nella proposta della sussidiarietà restino incomprese e inesplorate nelle loro potenzialità e nei loro contenuti innovativi. Pesa sicuramente il fatto che tale parola ha fatto irruzione nella società e nel dibattito politico grazie a un movimento, la Compagnia delle Opere, che la usò in modo polemico contro i burocratismi e le inefficienze dello Stato. Non c?è dubbio che la parola è stata ed è utilizzata per un contenimento del welfare; e, per esempio dal governo attuale, per proporre un uso sostitutivo del non profit e del volontariato a un intervento pubblico qualificato. Non è vero invece che lo Stato sociale residuale e l?uso strumentale del volontariato sono proprio i nemici della sussidiarietà? Il nuovo Titolo V della Costituzione e la legge 328/00 recepiscono una cultura e una pratica della sussidiarietà conforme alla Costituzione la quale attribuisce primariamente alla Repubblica, alle istituzioni, il compito di promuovere la solidarietà e la giustizia sociale. Sussidiarietà non vuol dire delega al volontariato e al non profit per la promozione della solidarietà e della giustizia. La sussidiarietà mette al centro la cultura e la pratica della partecipazione, la capacità delle istituzioni di scoprire i ?giacimenti? di risorse e competenze rappresentate dalle persone e dal territorio. Mette al centro una cultura del welfare che sposta l?attenzione dalle prestazioni fornite agli stati di benessere di coloro cui le prestazioni sono destinate. Un pensiero che potrebbe arricchire la pratica della sussidiarietà è quello delle ?capability? di Amartya Sen. Secondo lui la ?capacità? è l?esercizio della libertà sostanziale, mette l?accento sui risultati che si ottengono attraverso il buon utilizzo delle risorse. Quello delle capacità è un concetto importante che mette al centro dello sviluppo economico e sociale l?assunzione di responsabilità delle persone e del contesto sociale. Esploriamo dunque questo orizzonte, tanto più nel momento in cui è più stringente l?impegno per scrivere finalmente la Costituzione europea. Eppoi, l?autogestione, la cooperazione, la mutualità, la partecipazione,cioè la sussidiarietà, non sono una robusta e grande radice del movimento operaio?


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