Cultura

Mar Nero: il greggio raggiunge le coste

Catastrofe ambientale dopo il naufragio della petroliera russa. 30mila uccelli uccisi

di Redazione

Sono almeno 30.000 gli uccelli morti a causa delle tonnellate di greggio riversatesi nelle acque del Mar Nero dopo l’affondamento di una petroliera. A tracciare il primo bilancio dei danni ambientali sono le autorità locali, citate dalle agenzie di stampa russe.

Intanto, il giorno dopo il naufragio di una petroliera e quattro mercantili nelle acque del Mar Nero, una gigantesca onda nera di greggio ha ormai raggiunto le coste russe dello Stretto di Kerch. E nella zona, che collega il Mar Nero e il Mare di Azov, gli uccelli cominciano a morire. Mentre ancora si cerca di capire l’entita’ della catastrofe, la macchia di greggio riversato in acqua dopo il naufragio della petroliera ‘Volganeft-139′ ha raggiunto le coste russe. “La chiazza e’ ormai alla spiaggia: gli uccelli si poggiano sul combustibile e muoiono”, ha riferito Alexandr Dovgal, dell’autorita’ portuale di Tamansk. Quando la petroliera si e’ spezzata in due tronconi, quasi la meta’ del carico di 4.800 tonnellate di greggio, si e’ riversata in mare. Le autorita’ russe e ucraine hanno lanciato una massiccia operazione di soccorso e bonifica.

Secondo il sito web Russia Today sono gia’ stati recuperati cinque cadaveri, tre dei quali erano probabilmente membri dell’equipaggio del mercantile Najichevan, che trasportava zolfo: i corpi senza vita dei marinai portavano ancora i giobbotti di salvataggio quando sono stati trovati vicino alla penisola di Tuzla. E sono una ventina i marinai ancora dispersi. Venti che soffiavano fino a 100 chilometri all’ora e onde alte piu’ di cinque metri hanno trasformato in un inferno la zona del porto russo di Kavkaz, uno dei principali nello stretto di Kerch; oggi i venti si sono calmati, ma i meteorologi si attendono una nuova tempesta per le prossime ore. Mentre i governi di Russia e Ucraina hanno creato un’unita’ di crisi congiunta per far fronte al disastro, le autorita’ locali hanno mobilitato centinaia di persone perche’ collaborino alle operazioni di bonifica. Ma secondo le prime stime, potrebbero occorrere anni per ripulire la zona.

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