Cultura

Sclerosi laterale amiotrofica: il litio ne rallenta la progressione

Queste le conclusioni di uno studio italiano condotto su 48 malati, 32 trattati con la terapia standard a base di riluzolo, 16 con il farmaco e il litio. Il successo della terapia sarebbe del "95%"

di Chiara Sirna

Litio per “rallentare, con una sicurezza pari a oltre il 95%, la progressione della sclerosi laterale amiotrofica (Sla)”. Questo l’eccezionale risultato raggiunto da uno studio italiano condotto su 48 malati, 32 trattati con la terapia standard a base di riluzolo, 16 con il farmaco e il litio. Conclusioni che sono state gia’ inviate a un’importante rivista internazionale che ora sta verificando i dati, e che a breve potrebbe decidere di pubblicare la ricerca.
“A 15 mesi dall’inizio della sperimentazione nel gruppo trattato con il solo riluzolo si e’ assistito al decesso del 30% dei pazienti. Nel secondo non si e’ verificata nessuna morte, seppure la meta’ del campione aveva la forma piu’ aggressiva di Sla, quella bulbare”, afferma uno dei ricercatori italiani che ha iniziato a studiare il litio contro la Sla, Francesco Fornai, professore associato del dipartimento di Morfologia umana e biologia applicata all’universita’ di Pisa.
Non solo: “Secondo i parametri rilevati dalla scala neurologica per misurare la progressione della Sla, la Alsfrs-R – continua Fornai – nei malati trattati con litio non abbiamo assistito ad alcun peggioramento significativo, mentre negli altri il declino era gia’ evidente a 3 mesi. E alla fine della sperimentazione pari al 50%”. La notizia ‘bomba’ e’ stata anticipata oggi nel corso del XXXIV congresso nazionale della Limpe, la Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson.
La patologia neurodegenerativa e la Sla, infatti, spiegano i ricercatori, hanno molti elementi in comune. Tanto che il litio sara’ studiato anche contro il Parkinson, “fondi permettendo”. Intanto lo studio ‘made in Italy’ rischia di oscurare le conclusioni attese dai malati a gennaio prossimo da un altro studio, questa volta statunitense, sull’Igf-1. L’attenzione sulle terapie contro la Sla in Italia si e’ intensificata nelle ultime settimane dopo che il Consiglio superiore di sanita’ ha deciso di dare parere contrario al trattamento dei malati con il farmaco Igf-1 o con la combinazione Igf-1/Igf-Bp3. Medicinali non previsti dal Servizio sanitario nazionale e ottenuti da alcuni malati grazie a sentenze di tribunali.


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